Una scossa per i dormienti
Intervista al vescovo Erio dopo l’assemblea Cei: sinodo e missione educativa le priorità
di Luigi Lamma
ph VATICAN MEDIA SIR
L’assemblea generale dei vescovi italiani n. 74, quella che si è svolta a Roma dal 24 al 27 maggio, non passerà agli archivi nell’anonimato, anzi resterà come un punto di svolta nel cammino della Chiesa italiana già dai prossimi mesi. Fin dal primo giorno, con l’intervento del Papa, con il suo breve ma ultimativo appello ad intraprendere la via di un sinodo della Chiesa italiana anche gli osservatori più distratti delle vicende ecclesiali hanno potuto cogliere che veniva richiesto un cambio di passo rispetto al passato, un processo “coinvolgente tutto il popolo di Dio per scuoterci perché ci siamo un po’ addormentati” ha rimarcato il cardinale Bassetti nella conferenza stampa finale. Di sicuro chi si ricorderà molto bene della 74ª assemblea è il nostro vescovo Erio, eletto vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana per l’area nord del Paese, insieme al collega monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari, per l’area centro.
Una chiamata inaspettata ma accolta con quello spirito di servizio e di amore alla Chiesa che mons. Castellucci ci ha testimoniato in diverse occasioni, non ultimo il gravoso impegno a guidare le due diocesi di Modena-Nonantola e Carpi. Qualche giorno sotto i riflettori nazionali, con interviste, dichiarazioni, non proprio ciò che più predilige ma che fanno sempre più parte del ruolo pubblico del vescovo tanto più se la responsabilità aumenta.
Si torna a casa e subito, il venerdì eccolo a Carpi con una fitta agenda di incontri, tra questi un’intervista fissata in tempi non sospetti proprio per raccogliere a caldo l’esito dei lavori assembleari e iniziare anche a livello diocesano a dettare la linea del “cammino sinodale”.