Festa del Racconto. Aprire lo sguardo sul mondo
XVI edizione. La Festa si rinnova e si pone come segno di rinascita, secondo il direttore scientifico Marco Antonio Bazzocchi
di Maria Silvia Cabri
Una tradizione rinnovata e mai come quest’anno dal forte valore simbolico di “rinascita”: è la Festa del Racconto che torna dal 16 al 20 giugno a Carpi, Novi, Soliera e Campogalliano, con cinque giornate di appuntamenti, oltre 20 grandi ospiti, incontri, reading e spettacoli, una ricca programmazione dedicata ai bambini. La XVI edizione dunque si rinnova e affida la direzione scientifica a Marco Antonio Bazzocchi, critico letterario, saggista e docente del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna.
Tradizione e innovazione caratterizzano questa edizione della Festa del Racconto…
Da un lato c’è l’innovazione, partendo dalla veste grafica, l’occhio che è segnale di cambiamento, uno sguardo nuovo verso la realtà, sia della festa, sia in quanto prima estate “vera” in cui, speriamo, potremo in sicurezza incontrarci, discutere, parlare, divertirci. Dall’altro lato, c’è il ritorno alla tradizione, sia per la formula dei 5 giorni di rassegna, sia soprattutto, perché si vuole recuperare la linea tipicamente emi- liana del racconto (si pensi a Pier Vittorio Tondelli). Quasi tutti gli autori invitati porranno al centro dell’attenzione il racconto come forma di espressione, con determinate caratteristiche che colpiscono nel segno e lasciano un’impressione diretta, interrogandosi sul perché sia così centrale oggi il racconto.
Secondo lei perché è così importante l’arte del raccontare?
L’arte del raccontare non nasce, come il romanzo, in casa, nella solitudine, bensì nelle piazze e ha origini antichissime. Le persone si raccontavano le “meraviglie” e in modo “sintetico”, senza troppo dilungarsi. Il racconto come forma del presente, per la sua capacità di aprire, nello spazio di una narrazione breve, intensa e coinvolgente, una dimensione di profondità e di meditazione. Ha avuto una notevole importanza nell’imporsi della cultura italiana: si pensi al Decamerone, raccolta di cento novelle scritte da Giovanni Boccaccio nel XIV secolo, e per quanto riguarda l’Emilia ai grandi narratori del Novecento, partendo dal carpigiano Arturo Loria, cui la Festa del Racconto è strettamente legata, traendo origine dal premio ispirato a Loria stesso… continua a leggere.