«Tutte le generazioni mi chiameranno beata»
Commento al Vangelo di don Carlo Bellini - Festa dell'Assunta. Domenica 15 Agosto 2021
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-56)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Commento
La Solennità dell’assunzione di Maria segna il periodo estivo con una celebrazione di grande spessore teologico. La Chiesa maturò fin dai primi secoli l’intuizione della singolarità di Maria nella storia della salvezza e giunse a credere che anche la fine della sua vita dovesse essere segnata da una sorte peculiare. Si fece strada così la fede che Maria non morì ma fu assunta in cielo in anima e corpo, diventando così segno del futuro riservato a tutti gli uomini. Così possiamo leggere l’immagine della “donna vestita di sole” che incontriamo nella prima lettura, tratta dall’Apocalisse, come una figura di Maria che ci ricorda il suo contributo alla storia della salvezza e la sua continua intercessione affinché il figlio continui a nascere nel cuore degli uomini.
La seconda lettura, dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi, richiama il tema della resurrezione che è centrale nella festa di oggi. La solennità dell’Assunzione di Maria è un po’ un richiamo estivo del mistero della Pasqua. Anche il Magnificat che viene proclamato al vangelo diventa l’espressione della gioia di Maria e di tutti i cristiani per il dono che ogni male è stato vinto e che ci è concessa una nuova definitiva possibilità di vivere.
I misteri mariani hanno ispirato tanta arte e anche l’assunzione è stata interpretata in vari modi, da quelli più gloriosi della pittura occidentale alle tipologie più intime dell’iconografia bizantina. Nella tradizione delle icone troviamo il corpo della madonna, scuro, che giace e Gesù che abbraccia una bimba in fasce, Maria che nasce a nuova vita, e la porta verso il cielo. È suggestivo il confronto con le tante icone in cui Maria tiene in braccio il piccolo Gesù e lo indica al mondo; ora è il figlio che tiene in braccio la madre e con lei tutta l’umanità per portarla a una vita nuova.
La poesia del mistero racchiude profonde verità per chi vuole addentrarsi nella comprensione dei segni. La gloria di Maria ma in fondo anche la bimba bianca in fasce, ci ricordano che Maria sale al cielo in anima e corpo, nella totalità unitaria del suo essere. A ben vedere questo particolare della totalità comprensiva del corpo che sale al cielo parla tanto a noi uomini moderni. Noi abbiamo forte la convinzione che siamo un corpo e che anche desiderio, coscienza e amore sono radicati nel corpo.
Nell’eterno dibattito di dove sta ciò che unifica l’uomo, se in una parte o nel tutto, in uno spirito speciale, in un corpuscolo o in una complessità di reti neuronali che diventano coscienti, noi contempliamo Maria che sale al cielo e con lei tutto il mistero che mai abbiamo ancora scoperto e forse non esauriremo mai delle profondità dell’uomo. Ciò che è salvato e redento è tutto l’uomo e dunque ciò che ci importa nella storia è ogni cosa. Non c’è da selezionare ciò che vale di più. Maria che sale al cielo ci parla del valore di tutta l’esperienza umana. Con il padre della chiesa del II secolo Ireneo di Lione possiamo dire: “Dio si è fatto uomo perché l’uomo possa diventare Dio”. Diventare Dio, cioè un vivente la cui vita ha infinito valore, una vita liberata dal male e dalla morte.