Bologna, Beatificazione di don Giovanni Fornasini
Domenica 26 settembre, alle 16, nella Basilica di San Petronio a Bologna, la Beatificazione di don Giovanni Fornasini martire, ucciso dai nazisti nel 1944. Diretta sul canale 17 del digitale terrestre e in streaming sul sito dell’Arcidiocesi di Bologna www.chiesadibologna.it
Domenica 26 settembre, alle ore 16, nella Basilica di San Petronio a Bologna sarà celebrata la Messa di Beatificazione di don Giovanni Fornasini, sacerdote martire. Presiederà la liturgia il Delegato Pontificio il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e concelebrerà l’Arcivescovo Cardinale Matteo Zuppi, insieme ad altri presbiteri.
“Don Giovanni – afferma il Cardinale Zuppi – era un giovane uomo e sacerdote generoso, che sacrificò la sua vita per assolvere al suo ministero. Credo abbia tanto da dire a tutti noi, anche attraverso quella particolare società che fondò chiamandola ‘degli illusi’. C’erano persone che reputavano che amare gli altri fosse, per l’appunto, un’illusione, mentre don Fornasini con quel nome volle sottolineare come l’amore per tutti sia il segno degli uomini veri e grandi. Un messaggio che, soprattutto nella pandemia odierna, ci trasmette tanta forza per affrontare il male con l’altruismo e la bontà che don Giovanni portava dentro di sé”.
Numerose iniziative in preparazione sono state proposte in questi mesi dal Comitato diocesano per la Beatificazione di don Fornasini, presieduto da don Angelo Baldassarri, e gli eventi hanno toccato anche i vari luoghi dove don Giovanni ha svolto il suo ministero.
“Nella tensione della guerra – afferma don Baldassarri – il giovane don Giovanni Fornasini, nato nel 1915 e prete dal 1942, non ha avuto paura di compromettersi pur di soccorrere e salvare chi era nel bisogno, con innumerevoli gesti di cura e carità verso tutti. La sua memoria ci spinge a rinnovare la nostra vita e a intraprendere percorsi di pace. La sua Beatificazione si colloca dentro al cammino di riscoperta degli eccidi di Monte Sole come vicenda in cui il male della storia ci parla e ci interpella anche oggi”.
L’evento della Beatificazione di don Fornasini si inserisce nella conclusione del Festival Francescano 2021.
La cerimonia sarà trasmessa in diretta sul canale 17 del digitale terrestre di “È TV Rete 7” e in diretta streaming sul sito dell’Arcidiocesi di Bologna www.chiesadibologna.it e sul canale YouTube di “12Porte”.
Vita e martirio di don Fornasini
Giovanni Fornasini nasce a Pianaccio di Lizzano in Belvedere (Bologna), sull’appennino bolognese, il 23 febbraio 1915. Nel 1925 la famiglia si trasferisce a Porretta Terme: la vita di preghiera, servizio e fraternità nella comunità parrocchiale fa maturare in Giovanni il desiderio di diventare prete. Nel 1931 inizia un percorso di crescita per 11 anni in Seminario che, anche attraverso le fatiche sperimentate nello studio e l’umiltà nell’affrontare una salute spesso cagionevole, lo rende capace di mettersi nei panni degli altri.
Diventa prete il 28 giugno del 1942 nella Cattedrale di San Pietro, dopo aver stretto con i compagni di seminario un patto di reciproco aiuto chiamato “La repubblica degli Illusi”, che li impegna ad andare controcorrente, ricordandosi che ogni cosa sottratta all’amore è sottratta alla vita.
Dall’estate 1942 al giorno della morte don Giovanni è parroco di Sperticano, una piccola comunità di 333 abitanti vicino a Marzabotto. Si adopera con tutte le forze perché la parrocchia sia comunità di preghiera e carità: con la sua bicicletta si sposta ovunque per essere di aiuto e portare soccorso a tutti coloro che sono in pericolo. Offre più volte i suoi beni e anche la sua vita per salvare uomini rastrellati.
La sera del 12 ottobre 1944 accompagna per precauzione alcune ragazze del paese, invitate ad una festa dai militari nazisti. Dopo vane richieste di poter salire sul crinale dove sono avvenute le stragi per benedire e seppellire i morti, il capitano delle SS lo invita a salire dietro di lui il giorno dopo a San Martino di Caprara. La mattina del 13 ottobre don Giovanni parte da Sperticano verso il monte e non farà più ritorno. Alla sera i soldati festeggiano in canonica a Sperticano cantando: “Pastore kaputt”, ma la certezza della sua morte si avrà solo il 22 aprile 1945, alla fine della guerra, quando il fratello Luigi può salire a San Martino e recupera la salma che viene portata e sepolta a Sperticano, dove tuttora conservata nella chiesa parrocchiale.
L’esame dei suoi resti ha permesso di constatare la causa della morte, che avvenne a seguito di un doloroso e brutale pestaggio. La sua generosità aveva infastidito e in lui si volle eliminare un testimone autorevole e scomodo degli eccidi. Papa Francesco lo annovererà fra i martiri della fede il 26 settembre 2021.