Biomedicale, un ponte fra Africa e Distretto mirandolese
Alla quinta edizione dell’Italia Africa Business Week si è tenuta la tavola rotonda “Biomedicale nei paesi africani: ITC e Medical Devices, una opportunità per un partenariato della salute tra Italia&Africa” coordinata da distrettobiomedicale.it
Si è svolta il 9 ottobre scorso a Roma, all’interno della quinta edizione del forum Italia Africa Business Week, la tavola rotonda dal titolo “Biomedicale nei paesi africani: ITC e Medical Devices, una opportunità per un partenariato della salute tra Italia&Africa” coordinata da Alberto Nicolini, in qualità di editore e fondatore, assieme al dottor Mario Veronesi, del portale distrettobiomedicale.it. Obiettivo del forum è quello di sviluppare sinergie e ponti tra le diverse realtà del continente africano e le eccellenze italiane per la condivisione di modelli di business e la creazione di partnership economiche.
Il settore biomedicale e dei dispositivi medici può contribuire in modo determinante all’innalzamento del benessere generale e alla cura dei pazienti nei Paesi africani creando i presupposti per uno sviluppo economico di pari passo con lo sviluppo sociale. Sono intervenuti alla tavola rotonda dedicata a questo tema: Giuseppe Alizzio, Presidente Confeuropa Imprese Africa; Bertrand Tchana, Direttore di Cardiologia Pediatrica Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma; Andrea Chiesi, Head of Special projects Chiesi Farmaceutici; Enzo Siviero, Rettore Università eCampus; Giancarlo Palmieri, MD Comitato Tecnico Scientifico Confeuropa Imprese Africa; Doriano Ponzi, Vicepresidente Confeuropa Imprese Africa. Tutti i relatori hanno condiviso l’importanza della collaborazione tra istituzioni sanitarie, università ed imprese come modello di riferimento, sulla base dell’esperienza italiana.
“Penso sia molto importante – ha precisato Alberto Nicolini – incentivare la nascita di imprese locali africane adeguatamente formate per garantire l’assistenza tecnica agli ospedali nell’utilizzo di apparecchiature e dispositivi prodotti in Italia e in Europa. Le reazioni positive e l’interesse manifestato dal pubblico dei partecipanti sono un primo passo importante per costruire future collaborazioni, nell’interesse dei pazienti. Nessuno ha intenzione di creare copie del Distretto Biomedicale Mirandolese, è opportuno invece allargare ed aggregare il DBM al fine di farlo comunicare meglio con le realtà internazionali. E’ di vitale importanza far sviluppare le competenze nell’utilizzo dei dispositivi e delle attrezzature a tutti, mantenendo il know how produttivo nel Distretto”.
Il dottor Andrea Chiesi, imprenditore farmaceutico particolarmente attivo nella cooperazione con l’Africa, ha sottolineato la necessità che i governi africani adottino il regime regolatorio europeo riconoscendone le validità al fine di rendere subito disponibili agli ospedali locali i dispositivi medici certificati in Italia.