15 gennaio, San Romedio. Il santuario sulla rupe in Val di Non
La vita di san Romedio si inquadra nell’ambito dell’eremitismo intorno all’anno 1000. Membro di una nobile famiglia dell’Alta Baviera, egli donò alla Chiesa di Trento beni e diritti posseduti nella valle dell’Inn, ritirandosi poi a vita di penitenza nell’eremo rupestre, che da lui prende nome, presso Sanzeno in Val di Non.
Un culto in suo onore è testimoniato alla fine del secolo XI e si estese, con donazione di reliquie, anche al di là dello spartiacque alpino, soprattutto in luoghi come Thaur, Sankt Georgenberg, Habach, Hohenwarth, che in qualche modo si ricollegano con le sue origini familiari. Romedio rappresenta il capofila di un movimento eremitico, che nel Trentino ebbe lunga diffusione, e durò fino ai tempi recenti. La leggenda, fiorita intorno al Santo dal secolo XIII in poi, parla dei suoi due compagni, Abramo e Davide, che fecero vita comune con lui. Pio X confermò, nel 1907, il suo culto “immemorabile”.
Il santuario di san Romedio in Val di Non, nelle vicinanze di Sanzeno, è sicuramente il più interessante esempio di arte cristiana medievale presente in Trentino. Si tratta di un noto luogo di pellegrinaggio, costruito su una rupe calcarea alta oltre 70 metri. Immerso in una splendida cornice naturale, il complesso architettonico è formato da più chiese e cappelle costruite sulla roccia. L’intera struttura è collegata da una ripida scalinata di 131 gradini.
La cappella più antica dell’edificio risale all’XI secolo e, nel corso del tempo, sono state erette altre tre piccole chiese, due cappelle e sette edicole della Passione. Questo suggestivo luogo, ricco di spiritualità, è nato quando alcuni fedeli decisero di scavare la tomba di san Romedio nella roccia, dando così vita ad un culto che continua ancora oggi.