Il silenzio al tempo del Covid-19
Quando un autore si appresta a scrivere un testo scientifico, un articolo o una tesi, uno degli elementi al quale deve assolutamente porre molta attenzione è la raccolta e la verifica delle fonti. Per scrivere qualcosa di scientifico occorre appellarsi ad un’autorità che ha studiato e pubblicato sull’argomento in questione, come anche, deve essere autorevole il “contenitore” che ospita la pubblicazione, l’impact factor (l’indice sintetico che misura il numero medio di citazioni ricevute in un particolare anno da articoli pubblicati su una rivista scientifica) etc.
Oggi, invece, chiunque si sente autorizzato a sentenziare pareri pseudoscientifici, adducendo ad un “sentito dire” o a un “letto da qualche parte”, facendoli passare come cose vere, serie, estremamente scientifiche. L’argomento Covid ha scatenato un desiderio di poter urlare al mondo la propria opinione attraverso la pubblicazione di qualunque cosa, seria o poco vera che sia. Questa modalità manda in confusione chiunque, non aiuta nessuno e non fa un servizio alla vera scienza e al vero sapere.
Proprio come cristiani noi dobbiamo essere persone che dicono “la verità”. Su questo argomento, in modo particolare, non si può scherzare o essere superficiali o accontentarsi che la cosa migliore sia quella di poter dire al mondo ciò che si pensa. Quello che una persona pensa è qualcosa di estremamente personale che va centellinato, calibrato e condiviso in un contesto che non può es- sere quello di un messaggio sui social network. A volte, per dire la verità, occorre saper aspettare.
Ognuno ha la propria opinione ed è bene che sia così, ognuno opera le proprie scelte ed è altrettanto un bene nella misura in cui non si fa male al prossimo ma nessuno ha il diritto di gettare nella confusione chiunque. Nella situazione del Covid ancora non credo siano chiare tutte le questioni in gioco, c’è ancora bisogno di tempo per riflettere, per studiare, per sperimentare. Credo sia doveroso il silenzio, che la scelta personale non diventi un’idea violenta da propinare a chicchessia.
Occorre aspettare, formarsi, approfondire, dare il proprio contributo senza l’arrogante pretenziosità di essere ascoltati e accolti. La scienza procede in umiltà e non ha bisogno di tromboni ma di persone qualificate ed autorizzate che proclamano quella briciola di verità che emerge dopo un percorso serio che può durare anni. Nessuno si arroghi il diritto di seminare notizie spacciandole come scientifiche e vere, solo perché corrispondono alla propria opinione: farebbe male al prossimo!