Cento anni versione 4.0
I fratelli Auro, Attilio e Francesca Po della Steel Cucine hanno inaugurato un nuovo stabilimento all’insegna della tecnologia.
di Maria Silvia Cabri
La famiglia Po con il ministro degli esteri Luigi Di Maio
Una tradizione lunga cento anni, tramandata nelle generazioni. E’ quella portata avanti con passione dai fratelli Auro, Attilio e Francesca Po, nipoti di Angelo Po, e che da venti anni sono alla guida della Steel Cucine a Carpi, azienda che produce e commercializza elettrodomestici semi-professionali per uso domestico, in via dell’Agricoltura a Carpi.
Lo scorso venerdì 11 febbraio i fratelli Po hanno inaugurato un nuovo stabilimento all’insegna della tecnologia 4.0 e della automatizzazione che comporta aumentare non solo la produttività ma anche la qualità del prodotto e delle condizioni di lavoro e dei processi. “Quest’anno – ha spiegato Auro Po – festeggiamo cento anni di tradizione familiare nel campo della realizzazione delle cucine. Mio nonno Angelo, un secolo fa, iniziava in una piccola bottega nel centro di Carpi la sua attività di fabbro che lo ha portato negli anni a costruire stufe, cucine, caldaie e successivamente cucine professionali e sono davvero orgoglioso di avere avuto un ruolo assieme a mio fratello Attilio e mia sorella Francesca, in questa tradizione che la mia famiglia da 100 anni porta avanti. La nostra è una realtà con radici antiche ma giovane al tempo stesso e siamo orgogliosi che quattro generazioni di Po abbiano portato avanti questa tradizione e speriamo anche nella quinta. Non so se siano poche o tante le famiglie che possano vantare un record simile ma io ne vado particolarmente orgoglioso!”.
“Sono onorato di questo successo familiare come sono riconoscente a tutti quei collaboratori che hanno fornito un fondamentale contributo perché in questi anni la tradizione potesse continuare con la progettazione instancabile di nuovi prodotti, la loro realizzazione secondo gli standard di qualità per cui l’Italia è famosa al mondo e la vendita in oltre 30 paesi; questo il contributo, nel nostro piccolo, alla fama del Made in Italy nel mondo”.