Le tre strade della conversione
Dopo le “penitenze” imposte dalla pandemia prepariamoci ad accogliere l’invito ad un cammino di speranza.
di Mons. Gildo Manicardi
Foto Vatican Media Sir
Temo che a sentir parlare di Quaresima, quest’anno, molti pensino un po’ irritati: ma dopo più di due anni di pandemia, non basta ancora al Signore la nostra penitenza estenuante di lock down, mascherine, greenpass, tamponi, sanificazioni? Di quali austerità aggiuntive abbiamo ancora bisogno? Forse il 2022 è l’anno giusto per capire che la Quaresima è il tempo prezioso per prepararci a vivere il mistero pasquale di Gesù, morto, risorto e adesso «seduto alla destra del Padre». Se in altri anni abbiamo insistito sulla sobrietà indispensabile per seguire il Signore Gesù nel suo ritorno «da questo mondo al Padre» (Gv 13,1), adesso dobbiamo accogliere l’invito ad un cammino di speranza.
La Quaresima non ci è data per aggiungere altre penitenze più gravose, ma per aprirci alla speranza di una nuova terra e di un nuovo cielo. Quanto ci sia bisogno di sognare un mondo rinnovato è sotto gli occhi di tutti mentre imperversano pandemie, rischi di guerra (mai così concreti per l’Europa), violenze private e pubbliche di tanti tipi. La Chiesa italiana ha suggerito tre strade importanti: la conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità.
La prima conversione è mettersi ad ascoltare, con vera dedizione e ancora più da vicino, le voci che risuonano dentro di noi e nei nostri fratelli. L’ascolto trasforma anzitutto chi ascolta, scongiurando il rischio della supponenza e dell’autoreferenzialità. Una Chiesa che ascolta è una Chiesa sensibile al soffio dello Spirito. Per il singolo credente si tratta di assumere un permanente atteggiamento di apertura nei confronti della voce di Dio, che ci raggiunge attraverso la Scrittura, i fratelli e gli eventi della vita.