Editoriale - Accogliere e proteggere
di Irene Ciambezi
Non capita tutti i giorni di poter entrare nella sede del Parlamento Europeo. Non tutti i giorni capita di avere uno scambio con europarlamentari di sei gruppi politici diversi – Socialisti e Democratici, Partito Popolare europeo, Conservatori e riformisti europei, Identità e democrazia, Renew, Indipendenti – provenienti da Spagna e Italia, i due paesi più al centro dei riflettori nel Sud Europa per i migranti che vi transitano da decenni. Soprattutto non capita tutti i giorni di poter portare la voce di Sonia, Mariela, Joy, Samantha, Cristina, Fatma, Alina… e le altre migliaia di donne vittime di GBV, di tutte le età, di qualunque nazionalità, di qualunque estrazione sociale che l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII incontra e accoglie così come pure fa, ascoltandole con competenze specifiche, l’Associazione Differenza Donna in Italia, Fundación de Solidaridad Amaranta in Spagna.
A noi è capitato lo scorso 9 novembre! Fa un certo effetto pensare che nel 1910 proprio a Bruxelles fu firmata la prima Convenzione internazionale sull’assistenza e il salvataggio in mare. È stato un onore ricordare di fronte ad europarlamentari di diversi gruppi che la mobilità umana è segnata da forme di violenza e in particolare di sfruttamento che hanno radici profonde non fuori ma dentro la nostra Europa.
Che ci sono migliaia di donne e minori e persone vulnerabili che già in Europa da tempo sono maltrattate, abusate, discriminate in contesti che restano sommersi e invisibili. Non possiamo dimenticare la storia! Soprattutto non possiamo dimenticare quante vittime durante la pandemia hanno mietuto in Europa gli uomini coinvolti nello sfruttamento sessuale e nelle varie forme di violenza online. Per questo occorre unire le forze, anche se diversi sono gli obiettivi e le azioni dei gruppi parlamentari che erano presenti davanti a noi.
La violenza va contrastata insieme e subito perchè rischia di essere normalizzata nelle nostre società e dalle nuove generazioni. E’ inoltre urgente dare protezione subito a chi emigra per sopravvivere! Specie se donne, minori, madri, disabili, persone vulnerabili. La violenza che subiscono causa danni a lungo termine. La paura e i traumi segnano profondamente le loro vite e quelle dei loro figli. Questa è la ragione per cui sono state presentate le linee guida per la promozione del benessere psicologico delle vittime nell’Unione Europea, frutto di confronto anche con organizzazioni e servizi di salute mentale di dieci Stati membri. Gli europarlamentari presenti sono stati tutti concordi sul fatto che occorre ridare dignità alle donne, alle ragazze e alle bambine violate, e soprattutto – pur con sfumature diverse di un gruppo parlamentare – sull’urgenza che siano protette dagli uomini che le usano come fossero un oggetto, specie nell’industria della prostituzione e della pornografia online.
Nel corso di due anni del progetto europeo MIRIAM. Donne migranti libere dalla violenza, che ha coinvolto professionisti, operatori e operatrici, volontari e volontarie di diverse aree di Italia e Spagna e tra queste anche la provincia di Modena, si sono rivolte a noi donne vittime o a rischio di violenza ma anche assistenti sociali, infermiere, medici, psicologhe, operatrici dei centri di accoglienza. Su 250 segnalazioni pervenute nel 2022 in Italia, nazionalità prevalenti delle vittime: italiana, nigeriana, marocchina, albanese, bulgara, ghanese, peruviana. Si tratta di donne molto giovani: il 72,9% sono di età compresa tra i 18 e i 34 anni e il 59,7% di loro sono madri. Riguardo ai dati sugli autori di violenza: il 58,5% sono mariti/partner, il 24,4% sfruttatori/ clienti e il 13,1% parenti. Nel 30% gli uomini maltrattanti fanno uso di sostanze.
E’ dunque per ognuna di queste donne che continueremo insieme alle tante associazioni che hanno aderito a questo impegno comune anche attraversi protocolli di rete tra servizi a bassa soglia e servizi specializzati a prevenire la spirale della violenza, a sensibilizzare e a proteggere le sopravvissute. Senza rete e senza linee comuni questa sfida non si può vincere!
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