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Chi è Francesco Cavazzuti

Sabato 20 novembre Francesco Cavazzuti ha ricevuto l'ordinazione presbiterale. Pubblichiamo il testo letto da Don Maurizio Trevisan.

Chi è Francesco Cavazzuti

 

Come prevede il rito dell’ordinazione è stato il Rettore del Seminario, don Maurizio Trevisan, a presentare pubblicamente all’assemblea il candidato al sacerdozio, partendo da alcune note biografiche, illustrando poi il suo curriculum scolastico e formativo, le esperienze pastorali realizzate e che l’hanno portato a maturare la scelta di un sì per sempre a Dio, alla Chiesa e ai fratelli.

Francesco ha 40 anni, è figlio di Luigi e Daniela, ha una sorella maggiore, Chiara, un fratello, Davide e una sorella, Teresa, più piccoli. Originario della parrocchia del Corpus Domini, è cresciuto spiritualmente e umanamente soprattutto grazie all’esperienza di servizio presso l’Eden, l’oratorio cittadino della parrocchia della Cattedrale. È entrato in Seminario nel 2016, dopo avere conseguito la maturità al liceo scientifico-tecnologico Fanti, la laurea in medicina veterinaria a Parma e avere lavorato per diversi anni come veterinario, occupandosi in particolare della podologia bovina. Durante la formazione, ha fatto esperienze pastorali presso le parrocchie di San Nicolò in Carpi, di San Pietro in Vincoli in Limidi e presso la parrocchia di Santa Maria Maggiore in Mirandola, dove inizierà il suo ministero sacerdotale come viceparroco. Ha conseguito il baccalaureato in Teologia presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia.

Francesco è una persona equilibrata, positiva e matura, che ha fatto della sua tensione verso gli emarginati l’intuizione dominante nel suo cammino di ricerca vocazionale, spinto dall’incontro vivo con il Risorto e dall’esperienza forte e immeritata di essere stato scelto e amato da Lui. Il dono della buona Notizia del Vangelo che ha accolto con la mente, con il cuore e con le mani, rimane, a suo dire, la roccia e la gioia su cui fonda la sua esistenza; in questi anni è cresciuto nel desiderio, più volte espresso, di donarsi a servizio del Signore e della Chiesa, per rendere più bella la vita degli altri, soprattutto delle persone che non hanno nessuno che si prenda cura di loro.

Lo ha fatto concretamente, con dedizione, costanza e impegno, attraverso esperienze continuative presso la comunità Sinti, il carcere, la comunità di recupero per tossicodipendenti “La Torre” e ultimamente presso la “Casa del giovane” di Pavia; ma lo ha fatto anche attraverso il confronto schietto con i formatori e l’impegno a rendere più malleabile il proprio carattere e temperamento e nel cercare di gestire e smussare i propri limiti e i propri difetti; lo ha fatto, infine, con uno stile disponibile e attento verso i fratelli di cammino, in Seminario e nei contesti in cui si è trovato a vivere, non limitandosi però alla cerchia dei “più prossimi”, ma aprendosi autenticamente al desiderio di cercare e incontrare gli ultimi e i piccoli, per creare relazioni e farle crescere nella comunione. Alla luce del cammino fatto e del discernimento attuato con le diverse realtà che lo hanno accompagnato, pertanto, dalle informazioni raccolte presso il popolo cristiano e secondo il giudizio di coloro che ne hanno curato la formazione, posso attestare che ne è degno.

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