Lo sport dis-educativo
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon.
Tante volte abbiamo già parlato, su queste pagine, dei problemi legati all’alimentazione, soprattutto delle adolescenti, dell’equilibrio psicologico e di tutto ciò che concerne ad una crescita psicofisica adeguata. Lo sport è sempre stato annoverato tra quegli elementi fondamentali che conducono a diventare persone equilibrate. Gli ultimi fatti emersi in ambito agonistico fanno veramente sussultare dalla sedia. La procura di Brescia sta addirittura indagando per maltrattamenti nell’ambito del mondo della ginnastica italiana. Umiliazioni, vessazioni, pressioni su delle bambine per ottenere risultati agonistici eccellenti ma, di contro, distruggendole dal punto di vista psicologico e anche fisico: “Sembri un maiale che si rotola nel fango”, “non farai mai niente nella vita”, “non andiamo alla sagra della porchetta”, sarebbero solo alcune delle espressioni rivolte alle ragazzine, che le hanno portate a vivere il loro sogno come un incubo da cui non riuscivano ad uscirne indenni.
Solo queste poche parole ci danno la possibilità di cercare ancora una volta, con forza, di sottolineare come tutte le esperienze dei bambini, degli adolescenti e dei giovani devono essere finalizzate ad una corretta crescita su tutti i piani della persona; il cucciolo d’uomo non deve essere un oggetto in mano a degli adulti, a volte genitori compresi, che vogliono realizzare le proprie soddisfazioni attraverso e a scapito di questi poveri adolescenti. Le manie di grandezza, di successo e di onore di un allenatore e la gloria riflessa dei genitori di un atleta, offuscano gli occhi degli adulti e possono danneggiare in modo irreversibile una persona che sta crescendo.
I consiglieri della Federginnastica in rappresentanza degli atleti, Michela Castoldi e Paolo Principi, in una nota ufficiale, a proposito della vicenda affermano: “Sono già allo studio importanti iniziative e progetti da parte del Consiglio Federale, per creare degli strumenti che possano tutelare efficacemente tutti i ginnasti”. Ci auguriamo che si faccia luce al più presto su queste incresciose e terribili vicende in modo che, da una parte, lo sport continui ad essere un terreno veramente valido per educare e, dall’altra parte, lo si faccia sempre tenendo in considerazione la salute psicofisica degli sportivi, soprattutto chi sta crescendo. Ad allenatori e genitori desiderosi di medaglie e gloria, possiamo dire, senza ombra di dubbio, che è meglio un figlio ultimo in gara ma equilibrato, che un campione a brandelli.