Cinquanta sfumature di trasparenza per gli Ets
“Lo sportello di Notizie”: l’avvocato civilista Cristina Muzzioli interviene su questioni inerenti il vivere quotidiano.
Egregio Avvocato, sono il presidente di una piccola organizzazione di volontariato che si occupa di tutela dell’ambiente e sensibilizzazione sul cambiamento climatico. Ci siamo iscritti al registro unico del terzo settore e ho sentito che questo implica un aumento della trasparenza della mia associazione. A me sembra che siamo già trasparenti. Cosa significa in pratica?
Lettera firmata
La trasparenza per gli enti del terzo settore è uno dei capisaldi della riforma del terzo settore sulla base di una sorta di scambio agevolazioni in cambio di trasparenza. Ma cosa significa trasparenza in pratica? Il nostro lettore cita il registro unico del terzo settore che costituisce uno degli strumenti fondamentali per promuovere la trasparenza degli enti del terzo settore.
Il registro unico è attivo da novembre 2021. A seguito del percorso di trasmigrazione concluso a novembre di quest’anno, sono state iscritte tutte le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale precedentemente inserite nei registri regionali e che hanno adeguato i loro statuti ai contenuti del codice del terzo settore.
L’iscrizione nel registro unico ha valore costitutivo per potersi definire ente del terzo settore ed è destinato a essere uno strumento pubblico, dal quale, quando sarà a regime, anche il singolo cittadino potrà avere tutte le informazioni più rilevanti su un ente del terzo settore: il nome, la sede, i membri degli organi, l’ultimo bilancio depositato, i rendiconti separati per le attività di fondi e i contatti.
Al momento è possibile solo consultare gli elenchi delle iscritte all’indirizzo https://servizi.lavoro.gov.it/runts/it-it/Lista-enti. A queste informazioni che saranno accessibili tramite il registro corrispondono i relativi adempimenti comunicativi per gli enti del terzo settore che sono tenuti a comunicare la registro i cambiamenti negli organi, gli eventuali cambi di sede, il numero di volontari, il numero dei soci, le modifiche di statuto e a depositare ogni anno entro il 30 giugno il proprio rendiconto annuale e i rendiconti separati per le attività di raccolta fondi.
Un altro grande cambiamento per gli enti del terzo settore riguarda proprio il rendiconto, che, già a partire dall’esercizio 2021, è da redigere secondo uno specifico schema ministeriale, diverso in base alle dimensioni dell’associazione. Per le associazioni fino a 220.000 euro di proventi, il modello di rendiconto è per cassa, mentre per gli enti con proventi superiori è per competenza e dovrà essere accompagnato dalla relazione di missione.
L’adozione di uno schema comune rende i rendiconti delle associazioni più omogenei e paragonabili tra loro con un incremento della chiarezza e della trasparenza. Ulteriore declinazione pratica della trasparenza degli enti del terzo settore è costituita dalla rendicontazione del cinque per mille. I destinatari del cinque per mille, infatti, sono tenuti a rendicontare le somme ricevute entro un anno dalla liquidazione delle somme e ad accantonare gli importi non spesi per un massimo di un anno dalla ricezione. Inoltre è obbligatorio conservare presso la propria sede il rendiconto e la relazione, unitamente ai giustificativi di spesa, per dieci anni decorrenti dalla data di redazione del rendiconto.
Il rendiconto e la relazione illustrativa sono da redigere entro 12 mesi e qualora l’ente riceva più di 20.000 euro è da inviare al ministero del lavoro entro 30 giorni dalla redazione. Inoltre chi riceve più di 20.000 euro è tenuto a pubblicare sul proprio sito web, entro 60 giorni dal termine ultimo previsto per la redazione del rendiconto, gli importi percepiti e il rendiconto con la relazione illustrativa, dandone comunicazione al ministero.
Un’altra rendicontazione da pubblicare sul proprio sito web o sulla pagina Facebook dell’associazione o sul sito della rete associativa di appartenenza o sul sito del Centro servizi per il volontariato in assenza del proprio sito, è quella sulla ricezione di pubblici contributi.
Ogni anno entro il 30 giugno gli enti del terzo settore che ricevono più di 10.000 euro di contributi in un anno devono pubblicare sul proprio sito un prospetto riepilogativo con la data di ricezione e la causale redatto secondo il criterio per cassa. Sempre sul proprio sito web gli enti che hanno più di 100.000 euro di proventi sono tenuti a pubblicare annualmente gli emolumenti, i compensi o i corrispettivi a qualsiasi titolo attribuiti ai componenti degli organi di amministrazione e controllo, ai dirigenti o agli associati.
Un altro sviluppo concreto della trasparenza per gli enti del terzo settore riguarda la raccolta fondi, ossia le varie attività organizzate dall’associazione per poter finanziare la propria attività e progetti. Anche in questo campo è richiesto alle associazioni di redigere un rendiconto separato e una relazione illustrativa per le varie campagne di raccolta fondi svolte da depositare al registro unico del terzo settore insieme al rendiconto annuale.
Inoltre le linee guida sulle attività di raccolta fondi, uscite a luglio scorso, indicano una serie di adempimenti informativi legati alle campagne di raccolta fondi da mettere in pratica prima, durante e dopo la raccolta fondi e vanno a prendere in esame varie tecniche di raccolta fondi (faccia a faccia, tramite il telefono, campagne lasciti etc), indicando le prassi più corrette per svolgerle e le informazioni base da dare agli interlocutori dell’associazione.
Quindi, per rispondere al nostro lettore, gli adempimenti per dare sostanza alla trasparenza sono vari e senz’altro implicano un impegno per l’associazione destinato a crescere a causa entrata in vigore della riforma. D’altro canto la trasparenza è per i soggetti del terzo settore una garanzia di credibilità e un modo di testimoniare i propri valori; pertanto non è da vivere unicamente come un peso amministrativo, ma come un modo per rendere conto alla comunità del proprio operato e di attuare le proprie attività d’interesse generale.