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Giornata contro la tratta di esseri umani, iniziativa a Modena

In vista della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani, che ricorre l’8 febbraio, festa di Santa Giuseppina Bakhita, una speciale iniziativa venerdì 3 febbraio, dalle 18, nella chiesa di San Vincenzo a Modena. Anticipiamo un brano dell’intervista a Irene Ciambezi della rete antitratta dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

di Virginia Panzani

 

Giornata contro la tratta di esseri umani, iniziativa a Modena

 

In preparazione alla Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani, dal titolo “Camminare per la dignità”, che ricorre l’8 febbraio, memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, si terrà una speciale iniziativa venerdì 3 febbraio, nella chiesa di San Vincenzo a Modena (Corso Canalgrande 75). Alle 18, riflessioni sulla tratta di esseri umani, a cura di Comunità Papa Giovanni XXIII, Usmi e associazioni del territorio. Alle 18.30, Santa Messa per le vittime della tratta, in occasione della memoria del Patrono della parrocchia di San Giuseppe-San Biagio. Organizzano Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione Porta Aperta Modena, Usmi (Unione delle Superiore Maggiori d’Italia), Centro Missionario Diocesano di Modena-Nonantola, Caritas Diocesana di Modena-Nonantola, Migrantes Interdiocesana di Carpi e Modena.

La festa di Santa Giuseppina Bakhita, religiosa originaria del Sudan, che da bambina e ragazza ha vissuto la terribile esperienza della schiavitù, è stata scelta per la Giornata di preghiera e di riflessione contro la tratta di esseri umani, istituita da Papa Francesco nel 2015, promossa dalle Unioni Internazionali delle Superiori e dei Superiori Generali (Uisg), e coordinata da Talitha Kum, la rete internazionale fondata dalla Uisg e impegnata contro la tratta di persone.

Proponiamo un’anteprima dell’intervista a Irene Ciambezi, referente della rete antitratta della Comunità Papa Giovanni XXIII per l’Emilia, che sarà pubblicata sul numero di Notizie in uscita la prossima settimana.

 

Irene, in che modo l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, collabora con la rete Talitha Kum?

Da diversi anni la Comunità di don Benzi promuove la Giornata mondiale di preghiera contro la tratta nell’ambito di Thalita Kum, essendo tra i partner internazionali. Quest’anno per la prima volta dalla sua istituzione, quindici giovani rappresentanti del network della Giornata arriveranno a Roma da tutti i continenti per una settimana di incontro e formazione sulla tratta, dal 6 al 12 febbraio. La Papa Giovanni sarà presente con un delegato proveniente da Lourdes. L’evento coinvolge, organizzazioni internazionali quali Caritas Internationalis, Movimento dei Focolari, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Talitha Kum, The Clewer Initiative, Usmi Rete Anti-Tratta e Wucwo. Inoltre promuoviamo con le diocesi in alcune città italiane e anche europee la veglia di preghiera in occasione della memoria di Santa Bakhita.

Perché il fenomeno della tratta non è qualcosa di lontano da noi? Si pensa spesso ai Paesi in via di sviluppo o in guerra, alle rotte di migrazione, ai campi di detenzione in Libia e altrove etc… ma molto meno ad una presenza, purtroppo, nelle realtà in cui viviamo…

La tratta si sviluppa nella porta accanto… Coinvolge i nostri condomini, i centri massaggi, i locali notturni per quanto riguarda lo sfruttamento sessuale, e i marciapiedi dei nostri quartieri. E per quanto riguarda lo sfruttamento lavorativo anche le nostre aziende agricole, tessili o il settore zootecnico. Eppure è più facile non vedere. Se riferendoci al mondo dei consumatori, iniziassimo a parlare di boicottaggio di questi settori e di punibilità di tutti i clienti soprattutto che acquistano prestazioni sessuali ma anche che acquistano prodotti da aziende che sfruttano il lavoro, forse ci sentiremmo più coinvolti? Il nostro sistema economico permette ancora nel 2023 l’arrivo di manodopera invisibile dai paesi più oppressi o socialmente frammentati e politicamente corrotti. E’ davvero una nuova forma di schiavitù sotto silenzio.

Cosa possiamo fare come semplici cittadini, e anche come credenti, nel nostro quotidiano per contrastare la tratta? Possiamo contribuire in qualche modo?

“Camminare per la dignità” è molto bello e gratificante ma richiede impegno e piccole scelte quotidiane. Un primo passo per combattere la tratta è di certo parlarne in tutti i settori della società. Un secondo passo è sensibilizzare i giovani sui rapporti di disparità tra uomini e donne e sul rispetto della dignità di un essere umano, che vale molto di più del solo corpo e sessualità. La crescita integrale della persona comporta lo sviluppo sereno di ogni componente della persona, psicologico, relazionale, sessuale, spirituale. Non c’è benessere individuale e nemmeno sociale se la persona centra l’esistenza solo su una di queste componenti, non siamo fatti a pezzi… la dipendenza sessuale è una patologia sempre più diffusa. L’educazione dei giovani può aiutarci ad invertire la rotta. Un terzo passo infine è collaborare con le associazioni che come la nostra cercano di aiutare e reintegrare le vittime di tratta, i loro figli, con la formazione e il lavoro. Ma non sempre è facile se il pregiudizio prende il sopravvento. Spesso si dimentica, anche tra cristiani, la pagina del Vangelo in cui Gesù afferma: “le prostitute vi passeranno davanti nel Regno dei cieli”. Forse per molti può essere anche oggi imbarazzante, ma credo sia proprio profetica!

1 – continua

 

 

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