Come un terremoto
Il messaggio del vescovo Douglas Regattieri alla Diocesi di Cesena-Sarsina, fra le più colpite. La vicinanza e l’impegno della comunità ecclesiale.
Pubblichiamo il messaggio sull’alluvione nel cesenate che il vescovo Douglas Regattieri ha scritto sabato 20 maggio, appena rientrato da una visita missionaria in Benin (Africa). Sempre sabato scorso, monsignor Regattieri ha telefonato ai sindaci del territorio per fare sentire la vicinanza della Chiesa locale nei confronti di chi è stato colpito da questa catastrofe. Ha chiamato anche i parroci le cui comunità sono state toccate direttamente dal disastro di alluvioni e frane.
Da parte sua, la Diocesi di Carpi esprime la propria vicinanza, nella preghiera e nella disponibilità ad aiutare nel concreto, alla Diocesi di Cesena-Sarsina, a cui è profondamente legata sia tramite la persona del vescovo Douglas, sia per la riconoscenza verso la Chiesa di Cesena che tanto si è adoperata nella solidarietà verso la nostra comunità ecclesiale a seguito del sisma del 2012, in particolare, verso la parrocchia di Vallalta, di cui monsignor Regattieri è originario.
di Monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina
Come un terremoto! Qualcuno dice, anche peggio. Devastante: per i danni provocati al territorio (campi, coltivazioni, strade) compreso tra le provincie di Forlì-Cesena, Ravenna, Bologna, ma soprattutto per il numero dei morti (quattordici: tre a Cesena), per gli sfollati e le persone costrette a lasciare le loro case (15.000), per la paura per il futuro molto oscuro; basti pensare alle 5000 aziende agricole devastate dalle acque.
Questo è stata l’alluvione che ha colpito le nostre popolazioni in questi giorni. Le abbondantissime piogge hanno provocato l’esondazione dei fiumi già in piena per precedenti precipitazioni. Pensavamo al nostro paese come a un’isola felice. Non è più così. Non possiamo più dirlo. Invito la comunità diocesana alla preghiera. Noi non dobbiamo mai perdere di vista questo orizzonte: la preghiera dei cristiani, specialmente se fatta insieme, esprime il loro amore in una triplice direzione: al Signore che predispone per noi giorni e momenti di luce e di sofferenza, per vie a noi imperscrutabili; al nostro popolo, che esprimiamo con la vicinanza e la prossimità, specialmente nelle ore buie; al nostro territorio, che in parte abbiamo devastato coi nostri insani comportamenti e che ora vediamo ferito e desideriamo possa ritornare a essere la casa comune per tutti, luogo di bellezza e di incontro fraterno, gioia e luce dei nostri occhi. Ci sovviene una significativa frase della Parola di Dio contenuta nel Cantico dei cantici: “Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo” (Ct 8, 7). Se forte è l’amore, la solidarietà e la fraternità, nulla potranno contro di noi le impetuose acque della tribolazione e della prova.
Invito, in secondo luogo, a dimostrare solidarietà e vicinanza alle persone e alle famiglie colpite. La Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali diffuse su tutto il territorio diocesano, con il coordinamento delle diaconie della carità, hanno già dato le prime immediate risposte, offrendo alloggi e predisponendo sistemazioni in strutture ecclesiali (Frati cappuccini, Seminario, Osservanza, Villachiaviche, Tipano, Monache Benedettine). Chiedo che si faccia riferimento alla Caritas diocesana per la raccolta anche di fondi. A questo proposito annuncio una Giornata di solidarietà diocesana per aiutare le nostre parrocchie e strutture diocesane (chiese, canoniche, oratori, scuole materne, case di riposo) particolarmente danneggiate e che dovranno essere presto riattivate. Domenica 11 giugno p.v., festa del Corpus Domini, in tutta la Diocesi, in ogni chiesa e rettoria, si facciano raccolte in denaro per questo. La festa del Corpo e del Sangue di Cristo sottolineerà lo stretto rapporto tra l’onore dovuto al Santissimo Sacramento con l’aiuto concreto a chi è nel bisogno, perché così afferma san Giacomo: “Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta” (Gc 2, 26).
Ho vissuto da lontano la tragedia che ci ha colpito, nei giorni in cui ero in visita missionaria nel Benin. Tornando a casa ho visto coi miei occhi la devastazione. Parlando coi sindaci dei nostri comuni, con i sacerdoti e le persone direttamente colpite mi sono reso conto della prova che siamo chiamati ad affrontare. Con voi prego e mi aggrappo alla speranza “in essa infatti abbiamo come un’àncora sicura e salda per la nostra vita” (Eb 6, 19). La Vergine Maria che in questo mese di maggio abbiamo pensato di pregare tutti insieme per le vocazioni sacerdotali, accolga anche questa ulteriore invocazione che insieme Le vogliamo rivolgere per questa nuova emergenza.