Tra passato e presente
Il “Santo Viaggio” in Terra Santa compiuto da Andrea Beltrami con la Fisc. Visita alle realtà sostenute dall’8xmille
di Andrea Beltrami
Un’occasione davvero unica, offerta dalla Federazione Italiana Settimanali Cattolici (Fisc), quella del “Santo Viaggio” in Terra Santa; un pellegrinaggio che ha avuto luogo dal 10 al 15 settembre scorsi. Momenti spirituali, integrazioni storiche, colloqui con personalità del luogo, viaggio nel tempo di Gesù sono stati alcuni degli ingredienti fondamentali che hanno signifi cato questi particolari giorni, guidati da monsignor Vincenzo Peroni, cerimoniere pontificio dal 2010 al 2020. Ma anche un’occasione per visitare strutture e organizzazioni che, grazie al contributo dell’8xmille destinato alla Chiesa Cattolica, hanno potuto svilupparsi e ampliarsi consentendo a più persone di beneficiare di sostegno e aiuto. È il caso della scuola di Nazareth, gestita dai Salesiani, che accoglie 1340 ragazzi difficili, con disabilità, molto spesso emarginati dalla società civile causa dei loro disagi.
La scuola, organizzata con 102 insegnanti e con la collaborazione delle suore, accoglie cristiani e musulmani cercando per loro una formazione umana e culturale che possa permettergli un inserimento nella comunità e una integrazione dignitosa. Iniziata nel 1957, la scuola aveva solamente la sezione materna cui, dal 1988, si aggiungono le elementari e le medie. Il progetto finanziato dalla CEI prevede l’ampliamento dell’ultimo piano dell’edificio e la messa in sicurezza degli impianti che consente di ospitare ulteriori aule e locali atti alla formazione degli studenti. Uno sforzo economico per il bene comune e la possibilità di vedere tanti ragazzi di religioni ed etnie diverse studiare e vivere insieme momenti formativi e ludici superando ognuno le proprie difficoltà.
La giornata è iniziata con la visita alla basilica dell’Annunciazione che sorge sul luogo dove la tradizione, fin dai primi tempi del Cristianesimo, venera il Mistero dell’Incarnazione; concepita su due livelli, presenta un’aula superiore che funge da parrocchia per la comunità di Nazareth e una cripta che custodisce la grotta dell’Annunciazione, ricavata dalla “casa della Madonna” dove si può notare una iscrizione antica che recita “qui il verbo si è fatto Carne”, testimonianza degli antichi cristiani che ci restituisce una indicazione precisa del luogo sacro tramandata nella storia. Il pellegrinaggio è proseguito con la visita alla “casa di Pietro”, a Cafarnao, e alla vicina antica Sinagoga, interessante dal punto divista religioso e anche storico, ritrovando nei resti archeologici un rimando certo a quanto scritto nei Testi Sacri.
Coinvolgente l’escursione sul Lago di Tiberiade, che affascina il pellegrino proveniente da Nazareth; il livello del mare quasi sprofonda mentre sul lato opposto troneggiano le montagne del Golan. Molti sono i nomi attribuiti nella storia a questo lago, fino a quando la città romana di Tiberiade ebbe la meglio sugli altri distretti della riva e arrivò a imporre il suo nome al bacino.
Suggestiva la sosta alla chiesa della Moltiplicazione dei pani e dei pesci e al monte delle Beatitudini, luoghi stimolanti e particolari che, grazie alla spiegazione di monsignor Peroni, hanno assunto concretezza e presenza. Aiutati infatti dalla lettura del testo evangelico, supportati dalla guida di don Vincenzo e con la possibilità di vedere dal vivo quanto riferitoci dalle Scrittura, questi luoghi sono stati interiorizzati e compresi meglio nel loro aspetto morfologico, culturale e spirituale. Ecco allora la tempesta che coglie i discepoli mentre pescano, derivata dall’unione di due correnti d’aria che confluiscono sul lago, la guarigione del paralitico calato dal tetto (abbiamo visto quanto erano basse le case rispetto alla strada e come il tetto fosse raggiungibile dal punto alto del percorso che conduce alla Sinagoga).
Costeggiando per un breve tratto il fiume Giordano, che da Tiberiade arriva al Mar Morto, attraversando una zona desertica, siamo arrivati a Betlemme dove ci attendeva l’Istituto “Effetà” voluto da papa Paolo VI, nel 1964, e realizzato nel 1971 quando le suore Dorotee di Vicenza arrivarono a Betlemme e iniziarono l’opera. Oggi la scuola ospita duecento bambini tutti sordi e, insegnando il linguaggio orale in sostituzione di quello gestuale, permette al ragazzo, mediante supporti auricolari e interventi alla coclea, di “ascoltare” il proprio suono arrivando a parlare. Una presenza cristiana in un mondo musulmano (su 200 bambini uno solo è cristiano) con l’impegno di aiutare ogni ragazzo nella crescita e nell’inserimento nella società. Non sono mancate, né mancano oggi, le difficoltà che una struttura cristiana deve affrontare tuttavia, con l’esempio e i risultati ottenuti, l’Istituto “Effetà” continua con successo la sua opera di educazione e recupero di quanti vengono estraniati per una mancanza o un difetto fisico.
Grazie al contributo dell’8xmille è stato promosso un grande accesso inclusivo all’istruzione di 147 studenti supportati nelle spese, è stato rafforzato il rapporto scuola mondo del lavoro permettendo un inserimento lavorativo adeguato ai ragazzi che uscivano dal regolare corso di studi. L’acquisto di supporti tecnici permette di agire meglio e con maggiore competenza sui disagi acustici permettendo una riqualificazione dell’apparato fonico e un miglioramento della comunicazione; importante anche l’assistenza alle famiglie, primo luogo di formazione. Grazie al contributo CEI l’Istituto può aiutare le famiglie nelle rette scolastiche e permettere ai ragazzi di perfezionare la loro formazione attraverso attività extrascolastiche che, oltre a favorire lo studente nell’apprendimento, gli permette di vivere momenti aggregativi e di integrazione con altri ragazzi.
Questa attenzione alla persona è molto importante, in un mondo segnato dalle differenze etniche e religiose ed è stato il clima respirato nelle strutture visitate che hanno beneficiato del contributo dell’8xmille. Un aspetto non trascurabile è quello della costante attenzione all’individuo, in quanto creatura umana, che aiutato dalla tecnica e dalla cura delle persone arriva a sentirsi membro attivo della società in cui vive e integrato nel mondo lavorativo e civile.
1-continua