Il medico: libero, autonomo e responsabile
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon.
A prescindere dal contesto, in ultima analisi, il rapporto medico paziente è un rapporto profondamente intimo, ha luogo in privato, il medico è solo e il paziente è solo, anche se l’intervento si svolgesse alla vista di decine di persone in una pubblica piazza. Il paziente ha dei diritti e si attende dal medico un atteggiamento professionale, di cura, consapevole e diligente, in linea con la buona pratica clinica. Tutto questo si può condensare concettualmente come l’incontro di fiducia e di coscienza tra il curante e chi ha bisogno di cure. In questo incontro, i diritti del paziente e i diritti e doveri del medico sono salvaguardati dall’etica, quindi, l’etica e i diritti umani si fondono. L’etica è una garanzia nell’atto medico ma oltrepassa i diritti e richiede che l’atto medico in sé sia buono, onesto, disinteressato, sia vissuto in una relazione empatica. Questo è stato siglato dalla World Medical Association in diversi documenti a partire dagli anni 60 del 1900. L’etica medica impone ai medici non solo il rispetto dei diritti dei pazienti ma anche la loro difesa contro possibili violazioni quali trattamenti disumani, sperimentazioni illecite, speculazioni ecc. Il paziente è veramente al centro di questo rapporto vissuto sempre nell’indipendenza e nella libertà del professionista. A volte si rischia che queste caratteristiche non vengano vissute in quanto il medico diventa un mero operaio delle autorità sanitarie o un burattino guidato dalle volontà dispotiche di famigliari arrabbiati, arroganti e minacciosi.
Esecutore di istruzioni impartite da una volontà politica che assume il controllo dell’esercizio dei diritti dei pazienti, il medico si deve affrancare mantenendo la propria indipendenza per poter vivere in scienza e coscienza il rapporto tra lui e il suo paziente. Queste tematiche sono attualissime e di primissima importanza, purtroppo però, se ne parla molto poco e quando se ne parla si rimane più sul versante dell’etica clinica che del rapporto tra medico-paziente-istituzione sanitaria. In questi tempi la questione è gravata anche da un trattamento contrattuale dei medici molto penalizzante, che richiede al professionista sacrifici non equiparabili ai colleghi del resto del mondo. La speranza rimane proprio quella che ogni medico possa lavorare in maniera libera, autonoma e responsabile.