Una questione di sguardi
L’incontro del vescovo Erio con i giovani della parrocchia e dell’Oratorio Eden
“Annuncio, sì, ma dentro al contesto di momenti celebrativi, di piccoli servizi e avviamento ai gesti di carità, di attività ludiche e impegnate (musica, teatro e drammatizzazione del Vangelo, gioco, feste, sport, campi e centro estivi), di incontri con testimoni (già santi o viventi), di uscite in luoghi significativi, di celebrazioni vive (con attenzione soprattutto ai canti) e avviamento alla preghiera personale e comunitaria, di accostamento all’arte cristiana anche attraverso i social”. Queste parole, tratte dalla Lettera pastorale di quest’anno del vescovo Erio Castellucci, sembrano descrivere le realtà ed il clima che si respira all’interno della Fondazione Aceg che, nei suoi più di settant’anni di attività, continua a coinvolgere ragazzi e giovani in una proposta di vita cristiana.
Alla messa celebrata da monsignor Castellucci, lo scorso 12 gennaio, in Sala del ‘600 presso l’Oratorio Eden, hanno partecipato una settantina di educatori, insegnanti, catechisti che sono stati invitati dal Vescovo a riflettere sui tre “sguardi” che vengono evidenziati dal brano evangelico dell’incontro di Gesù con il pubblicano Zaccheo. Dopo la celebrazione della messa, in alcuni gruppi si è provato ad approfondire la dimensione dello sguardo di Zaccheo che è in ricerca del volto di Cristo, dello sguardo di Gesù che lo scorge senza etichettarlo, e di quello della folla che è, invece, uno sguardo che giudica e condanna.
Dopo un momento di condivisione in gruppi, monsignor Castellucci ha ascoltato i vari interventi e risposto ad alcune domande. Chiara De Ponte e Francesco Guarino, nuovi responsabili Acr della parrocchia della Cattedrale, hanno detto che “l’incontro con il Vescovo è stato anche l’occasione per conoscere meglio e avvicinarsi a tutte le realtà che svolgono servizio all’interno dell’Oratorio”. “I lavori di gruppo sono stati molto mirati e interessanti: hanno dato molto. Mi è piaciuto il dialogo con le altre realtà”, secondo Dario Rossi, già educatore in Oratorio ed ora, insegnante di sostegno al Sacro Cuore, il Vescovo “quando parla del Vangelo, riesce a renderlo attuale con gli esempi e la sua esperienza”. Della riflessione sui tre sguardi ha “compreso come è importante avere uno sguardo che non giudica, che parta dal basso e ponga al centro l’altro, chi è ultimo, chi è escluso, chi è povero”. Nicola Catellani, educatore Agesci e capogruppo del Carpi 1, dice di aver fissato tre concetti: etichette, fotografo, regista. Anche Luca Verrini, insegnante di Lettere al Sacro Cuore, ha colto dalle parole di monsignor Castellucci che “l’educatore è come un regista che accompagna i processi di crescita e non semplicemente un fotografo che osserva e giudica”.
Questo tema dell’etichettare l’altro, sia in positivo che in negativo, è stato un altro passaggio dell’intervento del Vescovo il quale, citando lo psicologo Piaget, ha indicato come anche le etichette apparentemente positive, in educazione, finiscono per creare delle gabbie di aspettative che fanno sentire il ragazzo spesso non all’altezza di quello che gli adulti si attendono da lui. Durante la preghiera dei fedeli della Messa, Andrea Romoli, un giovane seminarista, ha pregato affinché l’incontro tra religioni diverse, che trova in oratorio uno spazio di dialogo e confronto, possa suscitare un mondo diverso nel quale il Vangelo sia per tutti fermento di pace.
V.P.