Il vangelo è gioia per tutti
Nella due giorni di formazione dei sacerdoti della diocesi si è parlato del catechismo ai bambini e ai ragazzi. Una priorità mettere i giovani e le famiglie al centro delle proposte pastorali
di Don Severin Ngueliassi Kouadjo, per la Commissione per la formazione permanente del clero
“Catechismo dei bambini e dei ragazzi: iniziazione, formazione e pastorale”: è questo il tema che animato la riflessione della due giorni di formazione per il clero della diocesi di Carpi che si è svolta il 24 e 25 gennaio, nella casa incontri diocesana di Roverè Veronese. Insieme ai sacerdoti hanno partecipato anche suor Mary Roselet assistente spirituale del gruppo scout di Mirandola e Simone Ghelfi, direttore dell’ufficio catechistico diocesano. Quali relatori esterni sono intervenuti mons. Valentino Bulgarelli, sottosegretario CEI e direttore dell’Ufficio catechistico nazionale che ha affrontato il tema “la Catechesi oggi in Italia e il rinnovamento postconciliare guidato dalla CEI” e don Giovanni Casarotto, direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Vicenza sul tema “la catechesi e i ragazzi dell’Italia di oggi”, comprese le situazioni di handicap e le nuove cittadinanze. I temi affrontati dai due interventi hanno mostrato quanto i giovani siano il cuore della nostra chiesa. Come una madre si preoccupa che a suoi figli non manchi nulla per la loro crescita e felicità, così la Chiesa di Carpi in questi due giorni ha voluto fermarsi per chiedersi: chi sono i nostri ragazzi, quelli che frequentano le nostre comunità, quelli che appartengono alle associazioni ma anche quelli che restano ai margini? Come offrire loro una base solida per affrontare le sfide morali e spirituali e per creare una relazione personale con Dio? Come aiutarli a sentirsi membri importanti e attivi della comunità ecclesiale?
Mons. Bulgarelli ha richiamato l’attenzione sulla “credibilità” che significa incarnare nei gesti concreti le parole del vangelo; la “libertà” che è la logica di una fede proposta, che non si impone; l’“autorità” che è il volto della comunità che fa crescere, che è ospitale e teologale. Allora qual è il fine della nostra missione catechetica? Quali strumenti abbiamo e usiamo? Quanto tempo dedichiamo ai nostri ragazzi in particolare agli adolescenti? Che proposta facciamo a loro e alle loro famiglie? Se l’elemento liturgico non funziona forse perché manca la dimensione dell’annuncio e della professione di fede? Se non riusciamo a connettere la vita dei ragazzi con il vangelo, a riconciliare le famiglie con il vangelo è forse perché viene meno la capacità ad immaginare con creatività? Per accompagnare i ragazzi alla professione di fede e ai sacramenti dobbiamo attingere non ad un solo modello ma a tutti i modelli che abbiamo a disposizione.
Don Casarotto ha ricordato subito un aspetto importante della pastorale e della catechesi. Riferendosi all’Esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco, ha ricordato che il vangelo è gioia e la gioia del vangelo deve incontrare il cuore dei ragazzi. Come fare emergere questa gioia? Qui ha richiamato papa Benedetto XVI in Deus Caritas Est: dobbiamo fare dono di qualcosa che riscalda il cuore. La catechesi è un momento essenziale, la parrocchia deve essere un luogo dove c’è posto per tutti. Se vogliamo aprire e dare un balsamo di vita alla catechesi rivolta ai ragazzi serve avere a cuore il loro bene e il coraggio di affrontare le fatiche che comporta il confronto con il loro mondo e i loro modi. Serve un coinvolgimento e un interessamento a 360 gradi alle famiglie.
Nel corso della due giorni ampi spazi di approfondimento e di confronto tra i presenti. Si è parlato anche della celebrazione eucaristica dei “cinque sensi” come attenzione particolare alle persone disabili, una proposta concreta affiorata nella condivisione di esperienze di alcuni confratelli sacerdoti e della religiosa della diocesi che vogliamo qui ringraziare: don Carlo Bellini, Suor Mary Roselet, don Francesco Cavazzuti, don Jiju, don Severin, don Fabio Barbieri e don Andrea Zuarri. Un momento della due giorni è stato condiviso anche con il direttore di Notizie Luigi Lamma per evidenziare come anche gli strumenti della comunicazione possono essere a supporto dell’evangelizzazione e della formazione cristiana.
Siamo tornati carichi e incoraggiati, convinti che si può e si deve fare sempre di più. Ci siamo lasciati coinvolgere dalla provocazione dei due relatori: “Il tempo della cristianità è finito”? Nel tentativo di rispondere si è vista che ci sono problemi a fare la catechesi ai ragazzi ma ci sono anche possibilità. Si sta aprendo una nuova fase della comunità ecclesiale e in questa fase i ragazzi devono essere al centro delle proposte, il cuore e il volto della proposta pastorale ed ecclesiale. Il linguaggio, il tempo, il vissuto e la domenica, giorno del Signore, devono favorire un adeguata preparazione ai sacramenti e all’incontro con Gesù.