8 febbraio, San Girolamo Emiliani
Patrono della gioventù abbandonata
Nacque a Venezia nel 1486, da Angelo Miani o Emiliani, senatore della Serenissima, e da Dionora Morosini, discendente di dogi. Soldato della Repubblica, nel 1511, durante la guerra di Venezia contro la Lega di Cambrai, sostenne con valore un violento assedio nemico, venendo tuttavia catturato. Nell’umiliazione e nelle tribolazioni della prigionia, Girolamo subì una profonda trasformazione interiore e promise alla Madonna di porre fine, se fosse stato liberato, alla vita disordinata condotta sino allora. Recuperata quindi la fede, ritrovò anche la libertà. Passando miracolosamente inosservato tra i nemici, si recò subito a Treviso per andare a sciogliere nel santuario di Santa Maria Maggiore il voto fatto alla Vergine, consacrandosi in pari tempo ad un’attività di conforto e di aiuto verso i poveri, gli orfani, gli infermi ed ogni altra categoria di bisognosi. Ritornato a Venezia si dedicò interamente a Dio, ai poveri e agli indigenti. Si prodigò in occasione della grande carestia del 1528-29 prestando generosa ed assidua assistenza ai malati dei due ospedali degli Incurabili e del Bersaglio. Una particolare attenzione la rivolse ai poveri orfanelli abbandonati, che andava raccogliendo dalla strada ed ospitava in casa sua, dove provvedeva ad ogni loro necessità, insegnando loro i primi elementi della dot-trina cristiana ed avviandoli inoltre al lavoro della lana, finché non istituì per loro il pio luogo di San Basilio, che fu il primo nucleo di tutte le sue future istituzioni.
Nel marzo del 1532 Girolamo lasciò Venezia dando inizio ad una attività che lo condurrà in varie città del Veneto e della Lombardia allo scopo di istituirvi o di riordinarvi asili per orfani e ricoveri per le convertite. Nel frattempo, Girolamo si era cominciato ad avvalere anche della spontanea collaborazione di alcuni volonterosi, che egli convocò poi a Merone nel 1532 allo scopo di coordinare i metodi di lavoro, celebrando in tal modo il primo capitolo dell’Ordine che si veniva formando sotto la denominazione di “Compagnia dei servi dei poveri” dettata dal suo stesso fondatore. La Compagnia ebbe la sua formale stabilizzazione nel secondo capitolo tenuto da Girolamo nel 1534 a Somasca, il piccolo villaggio presso Bergamo scelto da lui stesso come sede centrale dell’istituzione. Morì di peste l’8 febbraio 1537, vittima della sua stessa abnegazione e martire della carità, in Somasca. Venne canonizzato da Clemente XIII il 12 ottobre 1767, e fu proclamato santo da Pio XI il 14 marzo 1928 e Patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata.