Migrantes interviene sull’intesa Italia-Albania per il trattenimento dei richiedenti asilo
La Migrantes Interdiocesana Modena-Carpi interviene, in sintonia con il presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni e presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, sul protocollo di intesa fra Italia e Albania per la messa a disposizione di strutture per il trattenimento dei richiedenti asilo
Foto Croce Rossa Italiana
Dura presa di posizione del Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni e Presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego. Lo scorso 15 febbraio il Senato della Repubblica Italiana, ha ratificato il protocollo di intesa fra Italia e l’Albania che prevede da parte quest’ultima la messa a disposizione di strutture per il trattenimento dei richiedenti asilo che tentando di passare il Mediterraneo sono salvati in mare ed inviati nel paese balcanico.
Mons. Perego denuncia la contraddizione fra la mancanza di volontà di questo Governo di gestire l’accoglienza nel nostro paese e le risorse impegnate (673 milioni di euro) per gestire i centri di trattenimento in Albania, ancora da costruire e poi da gestire.
E’ dal 2018 che, grazie ai provvedimenti presi dal Governo di allora, il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo nel nostro paese è stato messo gravemente in crisi: riduzione drastica delle risorse e procedimenti farraginosi, le principali cause. Anche la cronaca locale ha fatto emergere la estrema difficoltà sia degli enti locali che delle strutture di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
Mentre l’accoglienza è stata messa in crisi, la Corte di Cassazione della Repubblica Italiana con sentenza definitiva dichiara che la Libia non è un porto sicuro e quindi i richiedenti asilo non possono essere respinti in quel paese. La sentenza è relativa a fatti avvenuti nel luglio del 2018, allorquando una nave privata (dell’ENI) l’Asso 28 prese a bordo un centinaio di naufraghi e li consegnò alla Guardia Costiera libica: i Giudici hanno sentenziato che questa pratica è contraria alle leggi che tutelano i richiedenti asilo e specialmente coloro che sono più fragili, come i minori e le donne in stato di gravidanza.
Terzo elemento. La stessa Prima Ministra, nel presentare l’accordo Italia-Albania, ha dovuto ammettere che fra i paesi africani di partenza, il Niger ha decriminalizzato la tratta dei migranti, favorendo di fatto i trafficanti. E’ un primo effetto della nuova mappa politica del Sahel dove ai francesi sono subentrati i russi, i quali non si fanno scrupoli, come era già successo con la Polonia, a fare pressione sui paesi europei tramite le migrazioni.
A tutto questo come risponde l’Europa? E’ in discussione proprio in questi mesi il nuovo Patto Europeo sulle migrazioni e i risultati del dibattito fino ad ora sono piuttosto deludenti. Per trovare un accordo fra tutti i paesi, rischia di prevalere una idea di Europa-fortezza che si chiude e delega a paesi terzi il trattenimento dei migranti: l’accordo con la Turchia ai tempi della guerra siriana evidentemente ha fatto scuola.
Le iniziative per contrastare questa deriva sono tantissime, molto di più di quelle che arrivano alla attenzione dei grandi mezzi di comunicazione. Fra tutte citiamo “Stop border violence” a cui aderisce anche la Fondazione Migrantes finalizzata a raccogliere firme affinché l’Unione Europea ponga fine alle violenze che subiscono i migranti nell’attraversare le frontiere (https://www.stopborderviolence.org/it/eci-sbv-ita/).
Infine, ma non per importanza, una considerazione pastorale. Le leggi, le normative, gli accordi, non sono neutri, generano opinione, fanno mentalità. Norme che ostacolano l’accoglienza, che minimizzano e non sanzionano chi compie violenze ai danni dei più deboli, norme che ostacolano i soccorritori, generano una mentalità di indifferenza verso chi ha bisogno e di tolleranza verso i carnefici. Ricordiamoci che tutte le volte che si sono create queste condizioni, prima o poi, la Chiesa, le comunità, i presbiteri, i laici hanno subito la persecuzione, perché il Vangelo annuncia un Gesù che si ritrova proprio in quei piccoli, in quegli ultimi che si vorrebbe nascondere spostandoli di là dall’Adriatico.
Migrantes Interdiocesana Modena-Carpi