Cure palliative, avvicinare il dolore senza violarlo
A Carpi un convegno sui trenta anni di cure palliative in provincia. Dottor Vacondio: “Un percorso da fare tutti insieme”
di Maria Silvia Cabri
Ad oggi, su Carpi, sono 136 le abitazioni che rientrano nella “Rete locale di cure palliative” diretta dal dottor Paolo Vacondio, rete che garantisce cure attive e globali alle persone la cui malattia non risponde più ai trattamenti specifici (L. 38/201). L’obiettivo è quello di promuovere la migliore qualità di vita possibile per i malati e le loro famiglie, quando non sia possibile guarire e prolungare l’esistenza. Dunque, come sottolinea il dottor Vacondio, “ci sono attualmente 136 nuclei familiari che accolgono infermieri, medici, psicologi che aiutano o affiancano i parenti in questa esperienza della malattia grave del proprio caro che porta fino alla fine della vita”. Sono i dati emersi dal convegno che si è svolto sabato 23 novembre, nella Sala delle Vedute di Palazzo Pio, “Cure palliative nella provincia di Modena, trent’anni di storia e ancora tanta strada davanti”, organizzato dall’Ausl di Modena in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. Passato, presente e futuro della “Rete locale di cure palliative”, con focus su protocolli, applicazione della tecnologia e importanza della formazione del personale, e una relatrice d’eccezione, la professoressa Luigina Mortari, titolare della cattedra di Pedagogia generale e sociale all’Università degli Studi di Verona.