Presentato alla Camera dei Deputati il volume “Fecero la scelta giusta”
E’ stato presentato alla Camera dei Deputati il volume “Fecero la scelta giusta” sui poliziotti che si opposero al nazifascismo e soccorsero gli ebrei. Era presente il presidente della Repubblica Mattarella. Fra gli autori Fabio Montella, collaboratore dell’Istituto storico di Modena e consigliere d’amministrazione della Fondazione Fossoli
di Fabio Montella*
Fabio Montella, secondo da sinistra, alla presentazione del libro alla Camera dei Deputati
La storia dell’aiuto alla popolazione ebraica nelle fasi più buie della seconda guerra mondiale – quando gli apparati della Repubblica Sociale Italiana furono messi al servizio del disegno di sterminio nazista – deve ancora essere approfondita, soprattutto per quanto riguarda i suoi protagonisti e le sue modalità. Colma alcune importanti lacune il volume “Fecero la scelta giusta”, curato dall’Ufficio storico della Polizia di Stato e presentato lo scorso 13 febbraio, alla Camera dei Deputati, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel libro, suddiviso in due tomi, è affrontato il tema dei poliziotti che si opposero al nazifascismo e di coloro che soccorsero gli ebrei.
Sono diversi i riferimenti all’area modenese e carpigiana. Ad esempio, viene valorizzata la figura – fino ad ora totalmente dimenticata – del commissario Giovanni Tedesco, responsabile dell’Ufficio stranieri della Questura di Modena fino al marzo del 1944 e per qualche tempo anche capo di gabinetto della Questore. Entrando in contatto con le reti di solidarietà che a Modena facevano capo all’arciprete della Cattedrale, monsignor Giuseppe Pistoni, e a don Elio Monari, e che nella Bassa avevano come riferimenti don Dante Sala e Odoardo Focherini, Tedesco si prodigò in numerose occasioni. Ad esempio, permise ad alcuni ebrei di rifugiarsi presso don Dante Sala, nella parrocchia di San Martino Spino; cestinò diverse lettere anonime indirizzate alla Questura che denunciavano il sacerdote per il suo comportamento anti nazifascista; non arrestò né denunciò la famiglia di ebrei Talvi-Almoslino, pur avendola riconosciuta alla stazione ferroviaria di Modena, mentre stava fuggendo, insieme a don Dante, verso la Svizzera. Vi è poi la figura, più nota, del capo di gabinetto del questore Francesco Vecchione, un altro uomo generoso che si schierò dalla parte dei perseguitati.
Vicende come queste sono rimaste poco note anche per la reticenza a raccontarle da parte degli stessi protagonisti, che considerarono il loro aiuto nei confronti dei perseguitati come qualcosa di connaturato al loro lavoro e di “normale”, per mantenere la propria e altrui dignità, non come qualcosa di cui fare vanto. Come ha sottolineato il presidente Mattarella nella prefazione all’opera, i due tomi «tracciano le linee di una storia che evidenzia l’emergere del dovere di essere persone prima ancora che operatori in uniforme».
Tra i saggi dei due tomi presentati alla Camera dei Deputati ci sono anche quelli di chi scrive (intitolato “Un solido appiglio. La Questura di Modena e gli ebrei (1943-1945)”), collaboratore dell’Istituto storico di Modena e consigliere d’amministrazione della Fondazione Fossoli, di Amedeo Osti Guerrazzi (“Il personale del Campo di concentramento internati civili di Fossoli”) e della ricercatrice carpigiana Giulia Dodi (“Con merito straordinario: il ruolo di Francesco Vecchione nel salvataggio degli ebrei modenesi”).
Come ha specificato il presidente Mattarella, le ricerche raccolte nei due tomi «espongono decisioni e comportamenti che corrispondono alla vocazione della Polizia: tutelare i cittadini nella loro vita, combattere la violenza, difendere le libere istituzioni».
*Collaboratore Istituto storico di Modena e consigliere d’amministrazione Fondazione Fossoli
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