San Giuseppe Artigiano, Agesci e Ac sempre in movimento
Il gruppo Carpi 3 si presenta. Nei settori AC si cercano nuove collaborazioni e si creano sinergie
Siamo sempre qui
Il gruppo Carpi 3 si presenta: di recente si è svolta l’uscita della Comunità Capi a Monte Sole
di Susanna Catellani
È ormai da 56 anni che gli scout abitano San Giuseppe Artigiano. Mentre la parrocchia cresceva e cambiava e si modificava, gli scout rimanevano sempre lì. Lo spazio di fianco alla chiesa, dentro al cancello, è passato dall’essere un prato, ad un’aiuola, a un piazzale, il campetto in cemento è diventato un campetto multisport con anche i canestri da basket, sono sorti nuovi edifici e porte da calcio, ma gli scout rimangono lì imperterriti. Nei cicli di generazioni di lupetti che diventavano esploratori e rover (e guide e scolte) e infine capi, si è costruito il gruppo per come è oggi, composto da due branchi da 47 bambine e bambini, due reparti di 44 tra guide ed esploratori, un clan di una trentina di persone e infine noi, la Comunità Capi (Co.Ca.), che non siamo tantissimi, ma siamo buoni: 26 capi, inclusi addirittura due assistenti ecclesiastici. Siamo una Co.Ca oggettivamente giovane e ogni tanto ci piace trascorrere del tempo tutti insieme, mescolandoci tra capi delle varie branche (cosa che normalmente ci viene piuttosto difficile, con il fatto che facciamo quasi sempre attività con i ragazzi).
Recentemente abbiamo fatto anche un’uscita di Co.Ca. Come meta, una cosa era certa: non restare in parrocchia. Quando diciamo che San Giuseppe è praticamente una seconda casa, è importante sottolineare che non intendiamo in senso metaforico. Oltre alle attività scout del fine settimana, tra chi canta nel coro, chi allena piccoli e grandi calciatori e chi lavora al doposcuola, molti di noi trascorrono davvero più tempo lì che a casa. Quindi, almeno per l’uscita, era necessario allontanarsi. Siamo quindi andati alla base scout di Monte Sole, in una giornata che di sole non ne ha visto neanche un po’. L’elemento un po’ strano, ma anche straordinariamente divertente, di quando siamo solo tra capi, è che sembra di essere tornati “dall’altra parte”, a quando eravamo ragazzi insieme, come se avessimo ancora quindici anni e fossimo in uscita di Reparto. C’è quello stesso clima di spensieratezza e ilarità che raramente si trova da altre parti. E anche se, alla fine, in uscita di Co.Ca. parliamo di cose grandi, impegnative, di come riuscire ad essere educatori migliori, dove sbagliamo nel rapportarci con i ragazzi che dovremmo e vogliamo educare, in che modo possiamo essere cittadini migliori e un esempio per chi è davanti a noi, al nostro rapporto con Dio e a quello con il ragazzo che ci mette più in difficoltà, lo facciamo divertendoci. E quando torniamo a casa, a San Giuseppe, e ci troviamo davanti una legnaia un po’ sovraffollata e un magazzino dei materiali nel caos, l’armadio dei costumi sottosopra e la sede del clan piena di cavoli lasciati lì della Caritas, non possiamo comunque che essere felici.
Azione Cattolica, getta le tue reti
Nei diversi settori si cercano nuove collaborazioni e si creano sinergie
A cura dell’Azione Cattolica di San Giuseppe
L’Azione Cattolica parrocchiale, nel suo percorso annuale, prende come riferimento le parole tratte dal Vangelo di Luca (5,1-11) “Prendi il largo”, frase che ci invita coraggiosamente a costruire nuove strade di incontro nella chiesa e nel mondo. Nella nostra parrocchia sono presenti tutti i settori: si parte dai gruppi dei Piccolissimi (3-6 anni), e dell’Acr (7-13 anni), si continua con i Giovanissimi (14-18 anni) che condividono il cammino insieme alla parrocchia di Fossoli, i Giovani (19-25 anni) e i Giovani Adulti (26-30 anni) che hanno creato gruppi interparrocchiali ed infine gli Adulti (dai 30 anni in su) che offrono formazione ad un gruppo composto da varie età e ad un altro che si rivolge in particolare alle giovani coppie e famiglie.
La sfida per tutte le generazioni coinvolte è quella di vivere il proprio cammino di fede, ripensando a modi nuovi per andare realmente incontro alle esigenze di chi fa parte dei diversi gruppi, cercando di uscire dai soliti schemi o da quelle strutture che appesantiscono le persone. Il Papa attraverso questo Giubileo ci chiama a diventare “Pellegrini di Speranza”, per farlo è necessario aprirsi agli altri, cercare collaborazioni e creare nuove alleanze, attraverso il lavoro nelle zone pastorali, nella nascita della nuova diocesi e nel territorio in cui ci troviamo.
L’augurio per tutti è quello di accantonare le fatiche per “gettare” le nostre risorse e i nostri talenti oltre le abitudini, e impegnarsi per creare legami di fraternità, di convivialità con gli uomini e le donne che il Signore pone nelle nostre vite.