Cibeno, il gruppo Giovani ha vissuto anche quest’anno la settimana comunitaria
Il gruppo è stato ospitato nei locali parrocchiali
A cura del gruppo Giovani di Cibeno
È stata una Settimana Santa particolare quella vissuta dalla parrocchia di Sant’Agata a Cibeno. La comunità, infatti, si è preparata alla Pasqua ospitando il gruppo Giovani nei locali parrocchiali per la settimana comunitaria, che ha preso il via sabato 12 aprile per concludersi una settimana più tardi. L’iniziativa, che si è svolta per la prima volta lo scorso anno raccogliendo una buona partecipazione, è stata riproposta ai partecipanti del gruppo Giovani, con serate e appuntamenti suddivisi tra attività ricreative, momenti di gruppo e preparazione alla Pasqua. Di seguito la testimonianza raccolta da alcuni membri del gruppo.
Come Giovani nessuno ci obbliga a scegliere di vivere una settimana comunitaria, se non l’immenso desiderio che ci portiamo dentro. È stato questo desiderio a spingerci anche quest’anno nell’organizzarla prima e nel viverla poi. Ciò che caratterizza e rende speciale una settimana vissuta in comunità è l’ambiente che si crea: uno spazio in cui ognuno si mette in gioco per incontrare l’altro nella dimensione più personale che ci sia, quella domestica. Scegliere di vivere la quotidianità con altre persone signifi ca accogliere l’altro nella sua totalità: nei momenti felici, scherzosi, ma anche in quelli più difficili, fatti di stanchezza e frustrazione, magari dopo una giornata di lavoro o studio in cui sembra di non aver concluso nulla. È proprio questo essere sé stessi, mostrarsi senza maschere, che costruisce un ambiente che si può davvero chiamare “casa”: un luogo dove regna una confusione viva e bella. Una confusione fatta dal continuo via vai delle persone, dai mille impegni, dalla fatica di tenere in ordine, ma anche dai momenti di convivialità, come le cene in cui ognuno vuole raccontare qualcosa della propria giornata o semplicemente dire ciò che gli passa per la testa, o ancora nei giochi, in cui il resto del mondo sembra scomparire (quante partite a Mario Kart…), e negli scherzi che, definire surreali, sarebbe riduttivo.