L’impegno di Paolo Trionfini per la riscoperta e valorizzazione della figura del beato Focherini
di Maria Peri
Nei giorni scorsi ci ha lasciato Paolo Trionfini. Tra le tante cose dette e scritte sulla sua persona e il suo contributo alla vita della Chiesa, vorrei ricordare anche la sua attenzione alla storia e alla valorizzazione di Odoardo Focherini. Quando nel 1996 è iniziata la fase diocesana del processo di beatificazione di Odoardo, Paolo – con Laura Turchi – è stato nominato parte della commissione storica che avrebbe dovuto stilare la biografia del futuro beato. Paolo, che con Odoardo condivideva la partecipazione attiva in Azione Cattolica, fino al ruolo impegnativo di presidente diocesano, ha messo in fila per la prima volta eventi, date e tappe del suo percorso (sarebbe poi toccato al suo maestro e amico, il professor Giorgio Vecchio, stendere e pubblicare la biografia estesa del Beato). Paolo di Odoardo Focherini conosceva bene – e avrebbe approfondito ancora in seguito – il contesto storico e la parallela situazione della Chiesa di quel tempo, ha contribuito a staccarlo un poco dai ricordi di famiglia per inserirlo nella Storia, quella che così sagacemente Odoardo aveva letto e vissuto. Quando nel 2007 la Diocesi di Carpi volle celebrare il centenario della nascita di Odoardo, fu costituito un comitato per organizzare eventi e celebrazioni. È stata in quella occasione che per la prima volta ho avuto a che fare con Paolo in modo diretto e concreto. Ed è stato allora che ne ho intuito la conoscenza, l’intelligenza e l’ironia. Successivamente in occasione della beatificazione di Focherini, Paolo ha collaborato all’organizzazione dell’evento, al coinvolgimento dell’AC nazionale e, non da ultimo, ha dato il suo supporto per la pubblicazione di due volumi per la casa editrice dell’Azione Cattolica, Ave, della quale, in quegli anni, era direttore editoriale. Non ho avuto il piacere di averlo come docente quando ho frequentato l’Istituto di Scienze Religiose a Modena, poiché il suo corso di Storia della chiesa contemporanea mi era stato abbonato. Ma ricordo i compagni di studi che lo descrivevano molto serio e professionale; io non potevo che confermare, ma mi piaceva insinuare in loro il dubbio che fosse anche molto altro.
Nell’ottobre del 2017, ho deciso di scrivere la tesi magistrale su Maria Marchesi, la moglie di Odoardo Focherini, e chiesi al professor Trionfini di farmi da relatore: con la sua conoscenza del periodo storico, del contesto locale e della storia della famiglia Focherini, è stata la mia prima scelta non solo come studioso, ma come persona. Sentivo il bisogno di avere accanto uno storico preparato, che mi avrebbe guidata e consigliata, attento al risultato di qualità storica, ma anche alla dimensione etica e spirituale che volevo far emergere dal mio lavoro. Paolo ha subito accettato la mia proposta. Solo dopo ho saputo che si era preso una pausa come relatore, dopo alcune tesi un po’ faticose da gestire. E questo mi ha confermato l’interesse e la cura che dedicava a Odoardo Focherini e alla sua vicenda a tutto tondo. E’ stato un relatore attento e meticoloso come pensavo e come gli avevo chiesto, aveva colto in pieno lo spirito con il quale ho affrontato questa sfida. E’ stato un piacere confrontarmi con lui, ricevere i suoi consigli e le sue espressioni di stima. Ricordo spesso e volentieri la mail che mi ha inviato in risposta all’invio del primo capitolo della tesi; alla discussione di laurea, le parole spese sul mio lavoro mi avevano così emozionata che mi sono sentita in difficoltà a iniziare la presentazione, certa di non essere alla sua altezza. Quando la commissione ha auspicato la pubblicazione della tesi, io l’ho visto come un sogno di difficile realizzazione. Ma Paolo si è fatto carico di questo progetto, mi ha messo in contatto con la casa editrice Ave e mi ha affidata alla loro cura ed esperienza. L’ho tenuto aggiornato su evoluzioni, tempi e le prime presentazioni e lui si è fatto da parte e ha lasciato che il progetto prendesse vita, anche senza di lui. Ci tenevo a scrivere questo breve ricordo, come segno di stima e gratitudine e per contraccambiare, anche solo in parte, quello che ho ricevuto e imparato da lui. Grazie Paolo!