Lions Club Mirandola, incontro con il prof. Brunetto Salvarani
Ospite del Lions Club Mirandola il professor Brunetto Salvarani è intervenuto sul tema “Senza Chiesa e senza Dio. Presente e futuro dell’Occidente post-cristiano”, ripreso da una delle sue recenti pubblicazioni
Brunetto Salvarani e Nadia Poletti
Nella serata dello scorso 6 maggio, vigilia dell’apertura del Conclave per l’elezione del nuovo Papa, successore dell’apostolo Pietro, dopo la morte di Papa Francesco, il Lions Club Mirandola, presieduto da Nadia Poletti, ha ospitato il professor Brunetto Salvarani, teologo e scrittore, che ha tenuto un interessante intervento dal titolo: “Senza Chiesa e senza Dio. Presente e futuro dell’Occidente post-cristiano”, ripreso da una delle sue più recenti pubblicazioni.
Mai argomento avrebbe potuto essere più attuale in un momento, come questo, in cui nelle comunità cristiane molti parlano ormai apertamente di fuoriuscita del cristianesimo dalla cultura occidentale. Ci si chiede cosa resterà, della Chiesa di oggi, nei prossimi decenni, nel senso che se si guardano gli indicatori, i numeri della Chiesa Cattolica in Europa, ci si accorge che tendono al negativo. Il calo delle vocazioni è cosa nota. Gli istituti religiosi stanno “invecchiando” e si interrogano sulle proprie strutture, spesso enormi, che oggi non rispondono più alle esigenze mutate di realtà più piccole. E poi c’è la faticosissima trasmissione generazionale, cioè il passaggio alle altre generazioni almeno del bisogno religioso. Oggi si va in chiese frequentate da anziani e da bambini, poiché manca quella che viene chiamata la “prima generazione incredula”. Nonostante il quadro a tinte fosche, Salvarani non ritiene che ci si trovi alla fine della cristianità, ma che piuttosto si sia alla fine di un certo modo di essere cristiani. Come era solito dire Papa Francesco, non siamo in un’epoca di cambiamenti, ma in un cambiamento d’epoca.
Il relatore è animato da speranza sul futuro della Chiesa, perché ogni crisi è anche un’opportunità per il miglioramento. Per essere cristiani bisogna sceglierlo, il ché presuppone scelte ponderate, autentiche e più approfondite, magari favorite dall’essersi imbattuti in testimonianze autentiche di uno stile di vita che incarni il Vangelo, dando il segnale che è possibile viverlo davvero. E’ questo che può suscitare curiosità e interesse e far riavvicinare alla religione. Tanti non si sentono legati a una dimensione istituzionale della Chiesa, e non sopportano l’idea di una religione strumentalizzata, cinica, utilizzata per secondi fini. Quindi, l’unica risposta possibile è quella di favorire la nascita di cristiani autentici e credibili. Si è passati da una religione legata al territorio ad una fase di pluralismo religioso, non solo in Italia, ma in tutta Europa. Dio ha “cambiato indirizzo”, non abita più nel Nord del mondo, ma al Sud (Africa, Asia). L’Africa sarà in futuro il più grande continente cristiano. Molti cardinali provengono dai quattro angoli della terra. Mentre, alla fine della seconda guerra mondiale, il cattolicesimo era confinato soprattutto in Italia, Francia e Germania, oggi il numero maggiore di cattolici si trova in Brasile, Messico, Stati Uniti e Filippine. Quindi il fedele non dovrà più essere solo un praticante stanziale, ma sarà un pellegrino che si muove alla ricerca della religione e della spiritualità. E per fare questo bisogna rimboccarsi le maniche, perché bisogna riprendere a studiare e a riflettere. La sottovalutazione odierna della teologia pare essere un problema tipicamente cattolico. C’è ancora molto da fare per aumentare l’interesse in quel testo straordinario che è la Bibbia. Le parole d’ordine dovranno essere: ascolto e dialogo con tutti senza pregiudizi, con cuore “misericordioso”, e sinodalità nella conduzione della chiesa.
La relazione di Salvarani è stata ascoltata in “religioso” silenzio da tutti i presenti, segno dell’attenzione per l’argomento. I.P.