Goldoni Keestrack: i sindacati auspicano in un nuovo partner industriale
Da oltre un anno i 107 lavoratori sono collocati mediamente per due giorni a settimana in cassa integrazione ordinaria
Goldoni Keestrack
Clima di incertezza alla Goldoni Keestrack di Migliarina di Carpi: questa mattina si è svolto nella sede dell’azienda l’incontro sindacale, alla presenza della proprietà, della Fiom Cgil e della Rsu. Si è discusso delle prospettive a medio termine dell’impresa, in un contesto che da oltre un anno vede i 107 lavoratori collocati mediamente per due giorni a settimana in cassa integrazione ordinaria. Situazione questa determinata “sia dalla crisi generale del settore che da problematiche interne, come la carenza di investimenti”, affermano Fiom Cgil e Rsu. “La proprietà – proseguono – ci ha comunicato che sono in corso contatti avanzati con un potenziale partner industriale, il cui ingresso potrebbe concretizzarsi già nella prossima settimana, con l’obiettivo di rilanciare le attività produttive e progettuali dello stabilimento”. In questa prospettiva, la Fiom Cgil ha richiesto formalmente un nuovo incontro proprio per la prossima settimana, al fine di ricevere aggiornamenti dettagliati sull’evoluzione della trattativa. “Abbiamo ribadito con fermezza che qualsiasi nuovo soggetto che dovesse subentrare dovrà garantire il rispetto della piena occupazione e della centralità dello stabilimento di Carpi – sottolinea Manuele Pelatti della Fiom Cgil di Carpi -. Su questi due punti fondamentali non siamo disponibili a nessuna forma di mediazione. Vogliamo certezze sul piano industriale e non accetteremo riduzioni di personale. In Goldoni sono presenti alte professionalità che vanno salvaguardate e non possiamo permetterci di perderle”. Il gruppo belga ha acquisito la Goldoni, storica azienda di macchine e trattori per l’agricoltura nel marzo 2021, dopo quasi due anni di inattività. Un risultato molto atteso, atteso dopo mesi e mesi di difficoltà e intense settimane di trattative e incontri del Tavolo regionale di salvaguardia occupazionale con l’azienda, i sindacati e le istituzioni locali, che si erano tutti mobilitati per salvare gli allora 110 posti di lavoro.