Beato Odoardo Focherini: il 4 giugno, solenne collocazione della reliquia in Cattedrale
Il filo misterioso che tesse la storia
di Don Luca Baraldi
Ma cosa c’entriamo noi, a duemila anni di distanza, con la morte di Cristo? E cosa ha a che fare con il nostro vivere le gioie e le fatiche della nostra umanità in un tempo tribolatissimo e entusiasmante, insieme, come il nostro? Chiunque viva un’esperienza cristiana autentica prima o poi si è posto queste domande che vanno al cuore della fede. Lo ha fatto anche uno degli evangelisti, offrendoci una pista per rispondere.
Nel racconto Lucano di Atti degli Apostoli, infatti, la morte del diacono Stefano viene messa in relazione strettissima con quella di Cristo: essa dal punto di vista letterario ne ripercorre il modello, riprende le tematiche delle parole pronunciate, collega l’atteggiamento umano- spirituale. Con ciò Luca intende creare una sorta di circolarità ermeneutica per cui chi rivive, leggendola, la scena del martirio del discepolo viene rimandata a quella di Gesù – il Figlio che consegna tutta l’umanità, nella sua, nelle mani del Padre – e, viceversa, chi contempla la scena del Calvario da lui trascritta viene riportato all’oggi della sua sconvolgente presenza grazie al modello paradigmatico espresso da Stefano.