Porta Aperta Mirandola, l’8×1000 sostiene le attività
Nel “Rapporto Povertà” per l’anno 2024, presentato di recente, sono riportate le attività svolte da Porta Aperta Mirandola, che durante l’anno ha accompagnato e aiutato 520 persone. Il contributo dell’8x1000, che arriva tramite la progettazione di Caritas diocesana, permette di contare su risorse fondamentali
di Pietro Paulo Spigato
La recente presentazione del Rapporto dei progetti e delle attività – conosciuto come “Rapporto Povertà” – per l’anno 2024 ha ancora una volta messo in luce il prezioso lavoro dato dalla collaborazione fra Caritas Diocesana, Porta Aperta Carpi, Porta Aperta Mirandola e Recuperandia per quanto riguarda la prossimità agli ultimi nel nostro territorio. È stata un’annata molto particolare soprattutto per la realtà di Mirandola, che ha finalmente potuto esercitare il proprio servizio nella nuova sede – via 2 giugno 68 – arrivando a raggiungere coi propri aiuti circa 520 persone. Di questo, delle nuove esigenze del territorio, dell’utilizzo dell’8×1000 e tanto altro ha parlato Loretta Tromba, coordinatrice di Porta Aperta Mirandola, che dipinge un quadro molto chiaro sull’operato dell’organizzazione di volontariato mirandolese.
Lorettta, quali sono le tematiche e gli interventi più importanti che emergono dal “Rapporto Povertà”?
Il numero di famiglie che nel 2024 si sono presentate al nostro centro di ascolto rimane sostanzialmente stabile rispetto agli anni scorsi, ma un dato in controtendenza è l’aumento significativo di chi si è rivolto per la prima volta a Porta Aperta (28%). Diversi di questi nuovi sono ragazzi stranieri chiamati come lavoratori stagionali da aziende agricole del territorio, con regolari contratti stagionali che però non permettono di garantire le entrate sufficienti a vivere per tutto l’anno sul territorio. I bisogni delle famiglie, soprattutto per quelle che si presentano con continuità da tempo, sono quasi sempre legati a difficoltà economiche: spese ordinarie e straordinarie, perdita del lavoro, redditi insufficienti o situazioni famigliari variate – separazioni, allontanamenti, decessi ecc. Per alcuni le difficoltà economiche sono legate anche ad una incapacità di gestione delle proprie risorse, umane ed economiche, in questi casi la presa in carico risulta più complessa e necessita della fondamentale collaborazione con i servizi sociali e altri enti e associazioni presenti sul territorio.
Continua a leggere oppure abbonati qui.