Le valutazioni di fine anno non riguardano solo gli studenti
Tutti promossi per il bene della scuola?
E’ terminato l’anno scolastico. Il pensiero va a studenti, insegnanti e famiglie: li ha ricordati Leone XIV nel Regina Coeli, a loro è stata dedicata una celebrazione a Carpi, in Cattedrale: “avete un anno in più e avete lavorato soprattutto voi perché la vostra personalità diventi più ricca, chiediamo al Signore che la vostra crescita sia una crescita di generosità” questo l’auspicio di monsignor Gildo Manicardi. E’ evidente che alla chiesa sta a cuore la scuola, il contesto formativo ed educativo su cui il sistema Paese nelle sue varie articolazioni, pubblico, profit, no profit, investe per il futuro. E’ tempo di valutazioni e di esami: tutti hanno meritato sufficienze e promozioni?
di Alberto Campoleoni
È, questa, un’attività che tocca a tutti quanti sono coinvolti nel mondo della scuola, ma potremmo anche estendere il tema un po’ ad ogni campo dell’esperienza umana. Arriva sempre il momento di fare il punto, verificare e anche valutare. La differenza tra le due attività potrebbe essere semplificata così: nel momento della verifica si raccolgono i dati, la valutazione è invece successiva e implica dei riferimenti precisi cui accostare quegli stessi dati, “valutando” appunto la distanza tra quanto si attendeva e quanto si è raccolto. Detto questo, torniamo all’ambito scolastico e ai “bilanci” che si possono ipotizzare. Il primo che viene alla mente è quello legato ai docenti e più in generale ai consigli di classe: tocca loro, infatti, misurare e valutare il percorso fatto dai propri studenti.
È il momento degli scrutini finali, che impegnano i professori e ai quali studenti e famiglie guardano talvolta con un po’ di ansia. Si decidono promozioni e bocciature, più in profondità si analizza e si cerca di comprendere i percorsi individuali, gli apprendimenti e la “crescita” degli allievi. In rapporto agli obiettivi disciplinari (matematica, italiano, scienze…), certo, ma anche considerando le competenze relazionali sviluppate durante il percorso. Si pensi, ad esempio, a come sia stato focalizzato, in questi tempi, il voto di “condotta”, legato al tema del rispetto, della responsabilità, dell’educazione civica. Il bilancio però spetta anche agli stessi studenti, così come alle loro famiglie. Cosa hanno “portato a casa” dai mesi di scuola? Quante esperienze diverse si possono contare e confrontare? E quanto sono importanti nel percorso di sviluppo di ciascuno? Non sempre questo bilancio è consapevole, ci sono tanti aspetti da considerare, a cominciare da quello dell’età, ma anche l’investimento familiare nella scuola è una variabile di non poco conto. Ecco, a fine anno scolastico varrebbe la pena che, al di là di prestare attenzione alle “pagelle”, in famiglia si trovasse un momento per discutere dell’esperienza fatta.
Un altro bilancio, non meno importante, è quello che riguarda complessivamente la politica scolastica. E si potrebbe dire che questo particolare rendiconto non ha la scadenza precisa della fine delle lezioni. Piuttosto si tratta di una attività continuativa, un esercizio di consapevolezza importante che spetta ai tecnici e ai politici che si occupano di scuola e ha come referenti i cittadini tutti. A questo proposito vale ricordare che sono state tante e diverse le azioni del Ministero durante l’anno per dare un’impronta precisa all’istituzione scolastica, nel segno di un certo rigore – si pensi di nuovo ai temi della condotta, alla lotta al bullismo – e del rilancio del sistema scuola anche sul piano della serietà degli apprendimenti. Non è questa la sede per un elenco dettagliato, ma ad esempio si può ricordare la stretta sui cosiddetti “diplomifici”, anche perché sono state appena approvate definitivamente le regole per il prossimo anno scolastico. Il ministro Valditara si è espresso così dopo il voto del Parlamento: “Regole chiare, controlli stringenti e tolleranza zero per un’istruzione di qualità”. Qualità è un termine chiave. E qui si trovano d’accordo tutti: politici, personale scolastico, studenti e famiglie. L’auspicio è che ciascuno faccia la sua parte.