Memoria Festival, cento anni di scautismo a Mirandola
Al Memoria Festival a Mirandola, sono intervenuti il vescovo Erio Castellucci, Stefano Zerbini e Fabio Balboni per parlare dei cento anni di scautismo nella Diocesi di Carpi. Come ha affermato don Erio, “cammino” e “la realtà è più importante dell’idea” sono fra le peculiarità del metodo scout, in piena sintonia con alcuni aspetti salienti del magistero di Papa Francesco
di Virginia Panzani
Da sinistra Guido Maffei (vicepresidente Consiglio di Indirizzo Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, tra i soci fondatori del Memoria Festival), mons. Erio Castellucci, Stefano Zerbini e Fabio Balboni. Foto di Nicola Catellani
“Eccomi a fare del mio meglio per essere preparato e pronto a servire”. Questa frase, che unisce i motti delle diverse branche – rispettivamente coccinelle, lupetti, scout e guide, rover e scolte – racchiude in sintesi come lo scautismo cattolico nel nostro territorio abbia contribuito a formare, da cento anni a questa parte, generazioni di ragazzi e ragazze, uomini e donne. E avrebbe potuto essere un perfetto sottotitolo all’incontro svoltosi nella mattinata di sabato 7 giugno, nell’ambito del Memoria Festival a Mirandola, presso il parco dell’ex Cassa di Risparmio, in cui sono intervenuti il vescovo Erio Castellucci, Fabio Balboni e Stefano Zerbini, autori del libro “1924 Prima e dopo. Storie e persone alle origini dello scautismo in Diocesi di Carpi”. Presenti, per l’occasione, i responsabili dell’Agesci Zona di Carpi, Maria Grazia Rizzatti e Matteo Gatti, tanti scout – anche dal carpigiano – ed ex scout, i membri del Masci, e il parroco don Fabio Barbieri.
“Cammino” e “la realtà è più importante dell’idea” sono fra le peculiarità del metodo scout, in piena sintonia con alcuni aspetti salienti del magistero di Papa Francesco, su cui si è soffermato don Erio, anche in base alla sua esperienza di capo educatore e assistente ecclesiastico dell’Agesci.
Si sono ricordate le testimonianze di don Francesco Venturelli, Odoardo Focherini, don Zeno Saltini, Sergio Neri, Enrico Lovascio, e don Nino Levratti.
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