Incontri.
Attualità, Modena
Pubblicato il Giugno 23, 2025

Incontri. La speranza che nasce dall’accoglienza

Il vescovo Erio alla comunità Venite alla festa: un viaggio tra Auschwitz, famiglia e società

Cinzia Acquafresca*

Con la celebrazione della messa, lo scorso 17 giugno, è iniziata la “settimana comunitaria” della Comunità di Famiglie Venite alla festa, che da 24 anni, ha come obiettivo principale il raccontarsi, lo stare e il pregare insieme e riflettere anche su temi legati all’accoglienza. Nella seconda serata c’è stato l’atteso incontro con il vescovo don Erio Castellucci, organizzato insieme all’Associazione Reti di Famiglie Accoglienti. Un momento di formazione, riflessione e confronto, che ha coinvolto anche rappresentanti delle istituzioni e dei servizi sociali, famiglie provenienti da tutta la provincia di Modena appartenenti all’associazione Reti di famiglie accoglienti e membri della Cooperativa Eortè. La famiglia come luogo di speranza quotidiana, ambiente autentico dove si impara, si dona e si riceve è stata al centro della riflessione di don Erio, famiglia che non è solo un insieme di rapporti, ma un vero e proprio “oikìa”, termine greco che indica sia la casa fisica sia gli abitanti, sottolineando come casa e famiglia siano un tutt’uno. Mons. Castellucci ha aperto il suo intervento condividendo un’esperienza personale molto forte: la visita al campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta pochi giorni prima, occasione che gli ha permesso di riflettere sul “mistero del male” e sulla profondità della speranza. In particolare, davanti alla cella di Padre Kolbe, che si offrì in cambio di un prigioniero condannato a morte, ha notato il cero acceso come simbolo di luce in un mare di buio. Questa immagine rappresenta la speranza come un punto di luce che resiste anche nelle tenebre più profonde. Il relatore ha collegato questa esperienza alle testimonianze di deportati che sono riusciti a tornare, ai quali spesso si poneva la domanda: “Cosa ti ha sostenuto?”. La risposta, ricorrente e universale, era: “La speranza di riabbracciare i miei cari”. Questa speranza, ha sottolineato don Erio, non è legata solo alla fede religiosa, ma anche al desiderio universale di essere amati e di amare, di ricevere un abbraccio. La speranza, infatti, è sempre relazionale, plurale, e si fonda su relazioni di affetto e di amore. Per i credenti, questa relazione tra speranza e amore trova un fondamento biblico in Romani 5:5, dove si afferma che “la speranza non delude perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori”. La speranza, quindi, non è un semplice desiderio, ma un atteggiamento che si nutre di amore e di relazione. È un desiderio di essere amati e di amare, di ricevere abbracci e di donare cura. Le parole del Vescovo hanno sollecitato interessanti e ricchi interventi dei presenti. Rita ha condiviso il senso di inadeguatezza che spesso accompagna chi accoglie. Francesco, riflettendo anche sui risultati dell’ultimo referendum, ha evidenziato quanto la paura sia diventata una merce elettorale, come aprirsi all’altro sia un atto rivoluzionario, che anche la Chiesa è chiamata a fare, aprendo porte e cuori. Tamara Calzolari, assessora ai servizi sociali del Comune di Carpi, ha ringraziato le famiglie di Reti per l’impegno e ha presentato un nuovo progetto di accoglienza per minori stranieri non accompagnati come una sfida da poter affrontare insieme. Stefano ci ha ricordato quanto le esperienze di accoglienza includano anche “fallimenti”, che diventano più gestibili e meno devastanti” quando vissuti in rete con altre famiglie e i servizi. Alberto ha sottolineato l’importanza di ribaltare la prospettiva e vedere l’accoglienza non come spesa ma come risorsa che a lungo termine produce un risparmio del costo sociale ed economico. Ludovica Ferrari, consigliera regionale, ha ringraziato per tutti gli spunti ricevuti dal relatore e dagli interventi sottolineando l’Importanza della condivisione. Ha auspicato che l’esperienza della comunità, con la sua forza e capacità di entusiasmare, venga raccontata più spesso e a un pubblico più ampio, invitando anche persone esterne alla rete. Da parte sua si è dichiarata disponibile a portarla in Regione, dove si sta avviando un percorso per costruire una “legge sulla natalità” con l’obiettivo di rimettere al centro i progetti di vita e di futuro dei giovani. Il Vescovo ha concluso ricordando le sei vie fondamentali che Gesù ci offre in Matteo 25:31-46, che valgono sia per i credenti che per i non credenti, riconoscendo in esse valori universali: 1. “Ho avuto fame”; 2. “Ho avuto sete”; 3. “Ero nudo”; 4. “Ero malato”; 5. “Ero carcerato”; 6. “Ero straniero”. Queste piste non si limitano al senso materiale, ma includono anche la “fame di affetto”, la “sete di senso”, la “prigionia legata alle dipendenze” e sono in contrasto con i messaggi anti-accoglienza, che sono anti-evangelici e anti-umani.

*Presidente Comunità di Famiglie Venite alla festa

Intervento del Vescovo Erio Castellucci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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