Intervista
Culturalmente
Pubblicato il Giugno 25, 2025

Intervista a Elisabetta Dami

CulturalMente, rubrica a cura di Francesco Natale

Elisabetta Dami, protagonista di questo nuovo appuntamento di CulturalMente, è divenuta celebre per la saga di Geronimo Stilton (Piemme) che ha fatto scoprire a molti bambini il mondo dei libri. Dami con “Così parlò Lupo Blu” (Rizzoli, 2022) prima e con il nuovo “Il destino di un lupo” (Rizzoli, 2025) prende per mano i piccoli lettori e li accompagna nel loro percorso incantato tra le pagine.

Una cosa che colpisce della tua scrittura, dai libri di Geronimo Stilton a quelli sui lupi, è il parallelismo tra gli animali e la società umana…

Geronimo era un topo e vedeva la realtà attraverso gli occhi di un animale e proponeva tanti valori. Io suggerisco ai ragazzi di leggere queste avventure di animali nella natura perché prima di tutto aiutano i ragazzi a ricordarsi che anche noi siamo parte della natura e poi perché questo parallelismo con la società umana è molto profondo. Sono animali attraverso i quali noi possiamo capire meglio le nostre emozioni sperimentando le passioni che tutti proviamo in modo neutrale, quindi per i ragazzi è più facile identificarsi in tutte queste dinamiche di giovani lupi. Gli animali sono uno specchio meraviglioso delle nostre emozioni, uno specchio riflesso, e attraverso la loro voce noi possiamo riuscire a capire meglio chi siamo veramente interrogandoci su cosa significa l’empatia, la generosità, il fare squadra.

E nelle squadre c’è un capitano. Chi è il vero “capobranco”?

In un branco di lupi non è che il capobranco comanda e se ne approfitta. Viene scelto un lupo che non è solo il più coraggioso, ma anche quello più disponibile per gli altri, per aiutarli, per lavorare insieme. I lupi ci danno sempre un grande esempio di collaborazione e ai ragazzi piacciono perché simboleggiano forza, lealtà, coraggio ma anche e soprattutto capacità di fare squadra. I lupi si alternano alla guida del branco proprio perché il capo è quello che cerca di capire di che cosa hanno bisogno gli altri e si mette a loro disposizione. Non è una lotta per il potere come c’è nella nostra società umana. Gli animali sono molto più spontanei, più autentici di noi e sentono istintivamente i ritmi naturali, per questo i ragazzi amano osservarli: sentono che osservando gli animali possiamo imparare molte cose anche su noi stessi. In questo caso prevale il lupo che sa mediare tra gli altri e i lupi ci offrono un esempio meraviglioso di abnegazione, di amore, di solidarietà. Si aiutano tra di loro e per questo sono animali così completi, così profondi e la loro società ci ricorda molto anche la nostra, ma gli animali non sono mai malvagi: gli animali hanno anche loro le loro dinamiche, ma a differenza degli uomini sanno veramente distinguere tra un’emozione e un’altra e poi seguono i ritmi della natura, cosa che noi spesso ci siamo dimenticati di fare. Anche nelle loro dinamiche “umane” sono veramente un grande esempio per noi.

Grazie a Geronimo Stilton e ai tuoi libri molti bambini si avvicinano alla lettura. Senti qualche responsabilità?

Tanta. A me piace immaginare, piace sognare, che i ragazzi si avvicinino al meraviglioso piacere della lettura, questo mondo straordinario, attraverso questi libri di Geronimo e ho scritto questi due volumi della saga del clan del lupo proprio perché idealmente, quando diventano grandi, possano passare a leggere questi libri dei lupi che sono sempre con la voce, con gli occhi di un animale e con gli stessi valori. Io ai ragazzi nelle scuole dico “beh, adesso che siete diventati grandi, da Stilton potete passare al lupo” e loro mi dicono sempre “allora adesso finisco l’ultimo libro di Geronimo poi passo al lupo” e a me fa molta tenerezza vedere che i primi libri di Stilton che hanno letto per loro rappresentavano proprio il diventare grandi nei primi anni della scuola elementare per cominciare a leggere, e adesso, poi finito il ciclo della primaria, passano al lupo. Mi piace l’idea di accompagnarli nella crescita.

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