Carlo Acutis santo, maleducazione eucaristica e cattivi maestri in cattedra
In punta di spillo, una rubrica di Bruno Fasani
La festa del Corpus Domini è appena passata. Mi tornano alla mente le parole di un confratello che, parlando dell’eucarestia, ricordava come essa sia stata centrale in tutti coloro che sono diventati santi, anche tra i giovani: Agnese, Luigi, Piergiorgio e, vicinissimo a noi, il beato Carlo Acutis, morto a 15 anni nel 2006, il quale sarà proclamato santo il prossimo settembre da papa Leone XIV. Il santo patrono di internet come è stato chiamato, per via della sua abitudine di servirsi di questo strumento per diffondere il culto all’Eucarestia e l’amore per i poveri. Era solito costruire siti web per diffondere il Vangelo. Uno in particolare fece scalpore per l’accuratezza e la fede che lo animava, quello in cui ricordava i vari miracoli eucaristici accaduti nel mondo. Una figura carismatica cui tutto il mondo guarda, vedendo in lui la profezia di un giovanissimo cristiano del nostro tempo. Tutto il mondo, dicevo, ma non tutti.
A puntare il fucile e sparare, a zero, ci ha pensato nei giorni scorsi Andrea Grillo, laico, docente di Teologia dei sacramenti e Filosofia della Religione a Roma, presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo e Liturgia a Padova, presso l’Abbazia di Santa Giustina. A parole dice di non voler colpire il santo personalmente, ma solo la sua spiritualità, fiorita da una pericolosa “maleducazione eucaristica” che gli è stata insegnata. “Come è possibile – si chiede indignato – che un giovane beato possa comunicare una teologia eucaristica così vecchia, pesante, ossessiva, concentrata su ciò che non è essenziale, mentre trascura le cose decisive?”.
Ma dove starebbe la colpa di Carlo Acutis? Nel fatto di aver riproposto i miracoli eucaristici, concentrando così l’attenzione sulla presenza reale di Gesù, anziché concentrarsi sulla dimensione ecclesiale del sacramento, e questo per “colpa dei falsi maestri che gli sono stati attorno durante la sua vita e che, dopo la sua morte, vogliono proiettare su di lui la loro cattiva teologia, proponendo una dottrina minimale, secca e superata”. Non importa che si tratti della dottrina della Transustanziazione, definita dal Concilio di Trento e riaffermata chiaramente dal Catechismo della Chiesa al nr. 1376. Una dottrina eterna che fonda l’appartenenza ecclesiale alla presenza reale di Cristo, evitando di mettere al centro la comunità, in una lettura protestantica dove la presenza di Cristo è condizionata dalla fede di chi partecipa alla Messa.
La Congregazione dei Santi, descrivendo il profilo del giovane Carlo, ricorda quanto spesso egli ripetesse: “L’Eucarestia è la mia autostrada per il Cielo”. Una pratica quotidiana che, quando non poteva parteciparvi per impegni scolastici, sostituiva con la comunione spirituale. Ma in tutta la sua breve vita si impegnò in una preziosa opera di apostolato presso i suoi compagni ed amici, spiegando loro il mistero eucaristico, anche con il racconto dei miracoli.
Commenta tutto questo il prof. Grillo: “Si può chiamare apostolo dell’eucarestia uno che vuol imitare i pastorelli di Fatima e colleziona storie ed immagini di miracoli? Oppure si cerca attraverso di lui di rendere infantile tutta la Chiesa, attraverso un ragazzino di 15 anni, che ripete stereotipi ottocenteschi, proponendo una Chiesa indietro di 200 anni?”. A questo punto i dubbi vengono a noi: il pericolo è Carlo Acutis o i cattivi maestri con facoltà di insegnare?