Diario missionario dal Brasile /10
Nella rubrica “Diario missionario dal Brasile” gli appunti di viaggio quotidiani inviati da don Antonio Dotti, direttore del Centro Missionario di Carpi, e da don Francesco Cavazzuti junior, in visita al Paese sudamericano insieme al vescovo Erio Castellucci, a Francesco Panigadi, direttore del Centro Missionario di Modena, e a un gruppo di volontari modenesi
Don Antonio Dotti: Non c’è niente di più bello che cominciare la giornata tuffandosi nel Rio negro.
Nella giornata poi il vescovo Vanthuy ha voluto che visitassimo opere pastorali importanti della sua Diocesi. Nella mattinata un viaggio di un’ora in mezzo alla foresta, su strade piene di buche. Ci fermiamo proprio dove passa il parallelo dell’equatore e ci divertiamo a dividerci tra chi sta al nord e al sud del mondo. Curioso: proprio noi italiani modenesi in Amazzonia mentre a Modena si accoglie in gita turistica la figlia di Trump e il Bezos di Amazon si sposa in Italia.
La destinazione è la “Fazenda de Esperança” comunità di recupero dalle dipendenze da alcol e droga, con un progetto pedagogico di ispirazione focolarina. Lavoro, spiritualità e condivisione il loro stile. Soprattutto le comunità indigene vivono queste piaghe sociali che possono riguardare ogni età, persino un bambino di 9 anni!
Molto bella l’omelia del vescovo di São Gabriel nella messa con gli ospiti: “Albero buono, albero cattivo, frutti buoni, frutti cattivi. Il Vangelo ci parla di un Dio libero e che libera. Noi non sempre approfittiamo al meglio del dono della libertà. E voi ne sapete qualcosa. Ma Dio non ci abbandona e col battesimo ci ha innestati in Cristo Suo figlio e possiamo camminare e sperare che la nostra vita diventi capace di portare il frutto buono atteso, che ci faccia vivere liberi e che aiuti gli altri a diventarlo”.
Nel pomeriggio ci ha portato alla comunità salesiana “Casa Ir. Ines Penha”, per il recupero della “criança” (bambini e bambine), sfruttata o emarginata.
La sorpresa più bella è stato però il momento di Chiesa che il vescovo Vanthuy ha organizzato in curia, dove sono convenuti tutti i missionari e missionarie della Diocesi e dove ci ha spiegato come è organizzata l’evangelizzazione di un territorio così vasto e plurale.
Don Erio ha poi ricevuto in omaggio una mitria particolare, un copricapo indigeno. Per sigillare la solidarietà pastorale tra le Diocesi.
Dal discorso di ringraziamento di don Erio: noi vi diamo benzina per i viaggi lungo il fiume ma voi ci restituite molto di più: voi ci date ossigeno per essere Chiesa missionaria. E si realizza il miracolo del Vangelo, che cioè chi dona riceve molto di più di quanto ha donato e chi riceve viene motivato a donare a sua volta, senza che nessuno ci perda anzi, è l’unica strada per crescere. Insieme.
Don Francesco Cavazzuti jr: Qualcosa di unico e spettacolare è il Rio Negro con la “Bela adormecida da Amazônia” sullo sfondo.
Siamo stati ospiti in una casa di recupero per tossicodipendenti da alcol, chiamata “Casa da Esperança”: comunità, lavoro e preghiera come strumenti per riprendere in mano la propria vita. Liberati per liberare, da Jesus Libertador, e chiamati a portare un frutto buono per il mondo, per riprendere le parole di dom Vanthuy. Visita anche a un centro nato per l’accoglienza di piccoli a rischio abusi, che ora lavora soprattutto nella prevenzione. Un bimbo ha voluto la foto con me (pensando fossi il nipote di papa Francesco…). In ultimo un incontro molto interessante con i missionari che operano in questa diocesi dell’Amazzonia, São Gabriel da Cachoeira, la cui popolazione è al 97% indigena, costituita da 24 popoli e 18 diverse lingue parlate. Qui vive il suo ministero il missionario modenese don Maurizio Setti.