Il caso aMo e il controllo della cosa pubblica
La “bufera” aMo (Agenzia per la mobilità di Modena) travolge anche Carpi. Una gestione societaria che diventa questione politica
“Approfondire le cause dell’ammanco emerso nel bilancio 2024 di aMo (l’Agenzia per la mobilità di Modena) e adottare ogni più opportuna deliberazione in merito all’esercizio delle azioni sociali di responsabilità verso i soggetti previsti nei periodi a cui detti fatti e circostanze si riferiscono”: sono questi gli obiettivi principali dell’assemblea dei soci che la Provincia di Modena e i Comuni di Modena e di Carpi hanno formalmente chiesto di convocare scrivendo ai vertici della società partecipata pubblica che gestisce i trasporti nel bacino modenese. Il caso, scoppiato dopo la scoperta di un buco da oltre 500mila euro emerso tra aprile e giugno scorsi, legato alla presunta condotta di una ex dipendente poi licenziatasi, si è trasformato rapidamente in una questione politica, visto il legame emerso tra l’agenzia e le amministrazioni comunali a guida Pd. Abbiamo chiesto una valutazione a Monica Medici, revisore legale, revisore degli enti pubblici e consulente del lavoro, oltre che consigliere comunale di “Carpi Civica”.
Msc
di Monica Medici, revisore legale, revisore degli enti pubblici e consulente del lavoro
La diligenza del buon padre di famiglia non esiste più…forse perché non esistono più padri della “cosa” pubblica? Sono settimane che sui giornali locali e anche nazionali si parla del “furto” di mezzo milione di euro dalle casse di aMo, perpetrato dal 2019 fino ai primi mesi del 2025, mediante bonifici e utilizzo di bancomat aziendali, parrebbe da parte di una unica ex-dipendente.