Diario del Giubileo dei giovani /5
Nella rubrica “Diario del Giubileo dei giovani” gli appunti di viaggio dei giovani di AC della delegazione della Diocesi di Carpi che hanno raggiunto Roma e partecipato agli eventi con Papa Leone XIV
Al Giubileo dei giovani (28 luglio – 3 agosto) a Roma partecipano una trentina di pellegrini della Diocesi di Carpi, giovani di Azione Cattolica provenienti dalle parrocchie del Duomo, San Giuseppe, San Bernardino Realino, San Possidonio, San Giacomo Roncole, Sant’Agata, Fossoli, Rovereto, San Francesco, San Nicolò e San Martino Spino. Ad accompagnarli Matteo Tarabini, responsabile giovani dell’Azione Cattolica di Carpi, e l’assistente spirituale don Riccardo Paltrinieri.
Roma, arrivo a Tor Vergata
È sabato mattina, tempo di lasciare i sentieri di montagna per unirsi alle folle di pellegrini nelle strade di Roma.
Dopo aver recuperato i panini per il pranzo e dedicato un momento per sgombrare la mente e pregare, il mattino lo trascorriamo in pullman verso la capitale.
Appena scesi, ci ricongiungiamo con alcuni amici che ci hanno raggiunto qui a Roma. Inizia il cammino per arrivare a Tor Vergata, dove staremo per la veglia di stasera e la messa di domani mattina. La nostra bandiera dell’Azione Cattolica sventola alta alla testa del nostro gruppo, e sotto il sole e il peso degli zaini intoniamo cori da stadio misti a canti di chiesa, facendo a gara con i pellegrini che rispondono nella loro lingua, in un fiume di suoni e colori che avanza insieme.
Con un po’ di pazienza riusciamo a entrare, recuperare il “box lunch” con il cibo e i kit con le magliette, e conquistare un pezzo di prato che è inevitabilmente a qualche chilometro dal palco con l’altare, ma vicino agli schermi e quindi ci accontentiamo.
Mentre scende il sole, stendiamo i teli per la notte e applaudiamo l’arrivo di Papa Leone per la veglia di questa sera. Tre giovani hanno fatto domande al Papa in spagnolo, italiano e inglese. Per il Papa, “l’amicizia è una strada per la Pace”, e nelle grandi scelte che ci intimoriscono ci incoraggia a non tirarci indietro, perché “il dono della vita è la via per realizzare la nostra persona”.
Ci inginocchiamo per l’adorazione, e ci rendiamo conto di quanto sia importante questo momento. Più di un milione di giovani sono qui davanti all’Eucaristia per testimoniare il proprio impegno per l’amore e la pace, in una risposta all’amore di Dio che dal silenzio si trasforma in festa appena dopo la veglia.
Si balla, ci si scambia oggetti, si canta, si dorme. Respiriamo la vitalità del corpo della chiesa che è giovane, dinamico, instancabile.
La notte trascorre tra tamburelli e sonno leggero, interrotto anche da un piccolo scroscio di pioggia. La stanchezza si fa sentire, ma non vediamo l’ora di vivere appieno anche l’ultimo giorno.