Giubileo Giovani. Malata da tempo, Maria aveva comunque deciso di partecipare
Maria Cobo Vergara è la ragazza spagnola morta. “Se mi chiedessero se ripeterei questi ultimi 4 anni, non esiterei a dire di sì”
ph Calvarese – Sir
María Cobo Vergara aveva 20 anni e viveva la sua fede nella parrocchia di Nostra Signora della Pace di Madrid. “La sua storia è quella di una giovane madrilena che ha preso Dio sul serio. Una storia intessuta in quattro anni di malattia, preghiera e silenzio condiviso. E anche di gioia. Perché il suo tempo tra noi non può essere compreso senza quella luce serena con cui ha affrontato il suo cammino”. Con queste parole l’arcidiocesi di Madrid tratteggia la storia di Maria, la giovane spagnola morta mentre stava percorrendo insieme ad altri giovani il cammino che l’avrebbe portata a Roma per il Giubileo dei giovani. È stato Papa Leone a ricordarla ieri sera durante la veglia a Tor Vergata insieme all’altra giovane egiziana Pascale, morta a Roma per un arresto cardiaco.
Malata da tempo, María aveva comunque deciso di partecipare al Giubileo. È morta a Madrid mercoledì scorso 30 luglio. Aveva iniziato il pellegrinaggio con il gruppo della sua parrocchia e aveva raggiunto le Alpi, ma la sua salute è peggiorata ed è dovuta tornare in Spagna. Al ritorno da Roma, i giovani che accompagnavano María consegneranno alla sua famiglia il “Testimonium”, il certificato ufficiale rilasciato dal Vaticano che attesta l’avvenuto pellegrinaggio. Pochi giorni prima della sua morte, durante il suo pellegrinaggio verso Roma, María ha scritto queste parole: “Se mi chiedessero se ripeterei questi ultimi quattro anni, non esiterei a dire di sì. Ho veramente conosciuto l’amore di Dio. Se Cristo lo permette, è perché ciò che è nelle sue mani è enorme. Il suo scopo è magnifico”.
Durante la messa celebrata a San Lorenzo, a Roma, giovedì scorso, anche il card. José Cobo, arcivescovo di Madrid, ha pronunciato il nome di María davanti a migliaia di giovani. “Crediamo, attraverso la fede – ha detto il cardinale -, che Maria sia arrivata molto più lontano di noi. Noi siamo a Roma; lei è a casa”. “Che Maria continui ad aiutare i giovani di Madrid”, ha pregato l’arcivescovo. “Che ci insegni a vivere senza paura e a guardare con fiducia a ciò che ci aspetta” .
Sempre nel comunicato dell’arcidiocesi, Pablo Galiot, sacerdote della parrocchia di María, così la ricorda: “María è arrivata con un profondo desiderio di conoscere Dio e di vivere la sua fede in comunità”. La sua malattia, lungi dallo spegnere questa ricerca, è diventata la sua strada. “Da quel processo sono nati due frutti”, dice il parroco. “Il primo, ha imparato a vedere la sofferenza attraverso gli occhi di Cristo. Il secondo, ad abbandonare il controllo e affidarsi radicalmente alla volontà del Padre”.
Sir