Prosegue nelle tre sedi la mostra “La Bibbia. Libro assente e ritrovato”
L’esposizione, visitabile fino all’11 gennaio 2026, è nata dalla collaborazione tra Diocesi e Comune, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e si pone come “diffusa”
di Maria Silvia Cabri
Il pubblico della “Filosofia” ha apprezzato anche la Bibbia. Ha riscosso, infatti, successo e molto interesse la mostra “La Bibbia. Libro assente e ritrovato. Percorsi all’incrocio tra spiritualità e culture”, allestita al Museo diocesano di Carpi e rientrante nel programma del festivalfilosofia 2025. L’esposizione, visitabile fino all’11 gennaio 2026, è nata dalla collaborazione tra Diocesi e Comune, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e si pone come “diffusa”. Sono tre le sedi interessate, in contemporanea: il Museo Diocesano di arte sacra, i Musei di Palazzo dei Pio e la Biblioteca Loria.
Le tre sedi espositive
Al Museo Diocesano ci sono 80 opere tra dipinti, libri antichi e recenti, compresi quelli per l’infanzia, sculture (tra cui due di Romano Pelloni), vignette, fumetti, materiali audiovisivi, locandine di celebri film – varie declinazioni sul tema “Bibbia” – il tutto accompagnato da pannelli espositivi che fanno da filo conduttore. Nei Musei di Palazzo dei Pio, oltre alle opere di artisti quali Ugo da Carpi, il Catena, Loschi, Calvaert, Scarsellino, che proprio dai racconti biblici hanno trovato la loro diretta ispirazione, un percorso specifico è riservato all’opera di Remo Wolf (Trento, 1912 – 2009), uno dei maggiori incisori italiani del Novecento. La Biblioteca Loria, invece, prevede un percorso espositivo dedicato a Gustave Doré, uno degli illustratori più prolifici dell’Ottocento, che ha definito un’iconografi a biblica alla quale si sono ispirati altri linguaggi artistici e del quale sono presenti due Bibbie. Le tavole di Doré in mostra dialogano con le immagini di una selezione di Bibbie del Settecento, appartenenti al fondo antico della Biblioteca Loria.
Dichiarazioni dei promotori
“Da un lato c’è il ‘grande codice’ della cultura occidentale – afferma monsignor Ermenegildo Manicardi, vicario della Diocesi di Carpi e biblista – nelle sue varie reinterpretazioni in chiave artistica. Dall’altro la ‘Sacra scrittura’ che, dopo il Concilio Vaticano II, si è cercata di tradurre affinché fosse sempre più letta, studiata e ascoltata, quale lingua della liturgia. La mostra evidenzia l’importanza della Bibbia a livello locale, sia per il patrimonio storico e artistico tramandato, sia per la tradizione carpigiana dello studio del testo”. Il teologo Brunetto Salvarani parla di “analfabetismo biblico”: “Vorremmo favorire un ‘avvicinamento’ alla Bibbia: magari un visitatore guardando un riferimento cinematografico, come il ‘Vangelo secondo Matteo’ di Pasolini, o musicale come ‘La buona novella’ di De André, tornando a casa prenderà in mano testo e si metterà a leggerlo”. “La mostra – afferma Giuliano Albarani, assessore alla Cultura – nasce da un percorso di convergenza di competenze culturali e volontà istituzionali accomunate da un’idea: la Bibbia è un grande codice che mette insieme cultura alta e bassa, civiltà della scrittura e dell’immagine, patrimonio locale e beni culturali universali”. Manuela Rossi, direttrice dei Musei Civici, sottolinea come “l’esposizione si pone in un filone di nuove proposte finalizzate a valorizzare e far conoscere il patrimonio antico esposto, nel Palazzo dei Pio ma non solo, e si pone come un’occasione preziosa per riflettere sulla trasversalità della cultura”. Tra i presenti all’anteprima della mostra, il 16 settembre, anche il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Mario Arturo Ascari che ha ribadito la vicinanza dell’Ente al territorio, Andrea Beltrami, direttore del Museo Diocesano, Simone Ghelfi, che ha curato la segreteria della mostra, e Laura Trentini e Daniele Mantovani, grafici di “Justnow!” di Mirandola.