La coscienza parte II
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Per il cristiano un riferimento importante è Gaudium et Spes n. 16: “ La coscienza è…il sacrario dell’uomo dove egli è solo con Dio la cui voce risuona nell’intimità…Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire”. Nel Catechismo si legge al numero 1778: «La coscienza morale è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto». Giovanni Paolo II nella Veritatis Splendor scrive: la coscienza formula «l’obbligo morale alla luce della legge naturale: è l’obbligo di fare ciò che l’uomo, mediante l’atto della sua coscienza, conosce come un bene che gli è assegnato qui e ora». Sintetizzando con S. Tommaso: bonum faciendum, malum vitandum (fare il bene ed evitare il male). Esistono diversi tipi di coscienza: la coscienza retta o vera quella che giudica secondo verità la qualità morale di un atto. Vera in quanto corrisponde alla legge morale naturale e alla legge di Dio.
La coscienza erronea è quella che non riconosce la verità, stimando buona un’azione che in realtà è cattiva, o viceversa. La causa dell’errore di coscienza è l’ignoranza, che può essere invincibile (e incolpevole) se la persona non ha nessuna possibilità di riconoscerla e superarla o vincibile (e colpevole) si potrebbe riconoscere e superare ma permane perché la persona non vuole mettere in pratica i mezzi atti a superarla. La coscienza colpevolmente erronea non scusa dal peccato, e può anche aggravarlo. La coscienza è certa, quando emette il giudizio con la certezza morale di non sbagliarsi. Si dice che è dubbia quando la probabilità di sbagliarsi si suppone uguale o maggiore di quella di essere nel vero. Si chiama perplessa quando non osa giudicare, perché pensa che sia peccato tanto compiere un atto quanto non compierlo. In pratica si deve seguire solo la coscienza certa e vera o la coscienza certa invincibilmente erronea. Non si deve agire con una coscienza dubbia, ma è necessario uscire dal dubbio pregando, studiando, domandando, ecc. Poche cose per suscitare una sana curiosità e un profondo interesse per andare ad approfondire.