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Pubblicato il Ottobre 3, 2025

Mirandola, incontro con il vescovo Castellucci e il prof. Gherardi

Venerdì 3 ottobre, alle 21, a Mirandola, nella sala della comunità in via Posta 55, incontro dal titolo “Riflessioni sulla speranza tra la Bibbia e la Commedia di Dante”. Interverranno il vescovo Erio Castellucci e Luca Gherardi, dantista e docente di letteratura italiana al Liceo Morandi di Finale Emilia

di Virginia Panzani

 

Monsignor Erio Castellucci e il Professor Luca Gherardi

 

Riflessioni sulla speranza tra la Bibbia e la Commedia di Dante” è il titolo dell’incontro che si terrà venerdì 3 ottobre, alle 21, nella sala della comunità parrocchiale in via Posta a Mirandola. Interverranno il vescovo monsignor Erio Castellucci e il professor Luca Gherardi, dantista e docente di lettere al Liceo Morandi di Finale Emilia. Un evento di alto profilo culturale, che, nell’anno santo, la parrocchia di Santa Maria Maggiore propone alla collettività come stimolante approfondimento sul tema del Giubileo, la speranza, dal punto di vista della Sacra Scrittura e da quello dei versi del sommo poeta della letteratura italiana.

In questa intervista a Notizie, spaziando attraverso le tre Cantiche della Commedia, il professor Gherardi ha accettato, con la consueta disponibilità, di dare qualche anticipazione sul suo intervento del 3 ottobre.

Professor Gherardi, il tema della speranza è stato scelto per la serata a Mirandola in sintonia con l’anno giubilare in corso. La citazione riportata nella locandina dell’incontro è tratta dal Paradiso: «“Spene”, diss’io, “è uno attender certo / de la gloria futura…» (XXV, 67-68). In quale contesto, all’interno della Commedia, si collocano questi versi e come Dante spiega in forma poetica la speranza che è una virtù teologale, un caposaldo della dottrina della Chiesa?

Esatto. Quando mi sono confrontato con il Vescovo sul tema della serata, ci siamo detti: perché non la speranza, dal momento che stiamo attraversando un anno giubilare incentrato sull’essere pellegrini e sulla speranza? Dante ambienta il suo viaggio nel 1300, il primo anno giubilare della storia, e il viaggio ha come motore proprio la speranza. Il XXV del Paradiso è un canto spesso trascurato ma, come quello che lo precede e quello che lo segue, centrale nel poema. È il momento dell’esame: nel XXIV, san Pietro lo interroga sulla Fede, nel XXV – da cui abbiamo tratto la citazione del titolo – san Giacomo lo interroga sulla Speranza e nel XXVI, san Giovanni sulla carità. Un trittico tra i più complessi ma più intensi della Commedia. La Speranza è davvero la protagonista del canto ed emerge subito in apertura, con un riferimento alla speranza più intima del poeta: tornare, prima o poi, a Firenze e ricevere, nel Battistero di San Giovanni, l’incoronazione poetica. Una speranza che – come è noto – non troverà compimento: possiamo però dedurre da questi versi quanto fosse in lui radicata e quanto abbia accompagnato e, direi, sostenuto l’esule Dante fino alla fine dei suoi giorni.

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“Uno attender certo / de la gloria futura” (Paradiso, XXV, 67-68)

Si preannuncia particolarmente interessante l’incontro organizzato dalla parrocchia di Santa Maria Maggiore in Mirandola, in collaborazione con la Comunità Masci (Movimento adulti scout cattolici italiani) per venerdì 3 ottobre, alle 21, nella sala della comunità in via Posta 55 a Mirandola.

Riflessioni sulla speranza tra la Bibbia e la Commedia di Dante” è il titolo della serata a cui interverranno in dialogo il vescovo Erio Castellucci e il professor Luca Gherardi, dantista e docente di letteratura italiana al Liceo Morandi di Finale Emilia.

Un evento di alto profilo culturale, nell’anno del Giubileo della speranza, proposto a tutta la parrocchia e alla cittadinanza.

 

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