Il sindaco di Carpi Riccardo Righi interviene sul tema sanità e ospedale
"Non siamo mai stati così vicini a vedere coronato un lavoro durato quindici anni"
Riccardo Righi al centro
Maria Silvia Cabri
Il recente comunicato congiunto dei sindaci di Carpi, Riccardo Righi, e di Finale Emilia, Claudio Poletti (presidente dell’Unione Area Nord modenese) in tema di sanità e di ospedale, ha sollevato varie opinioni e perplessità. Sul numero scorso di Notizie (n.35) Annalisa Arletti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, membro della IV Commissione Salute e Welfare, e capogruppo in Consiglio comunale a Carpi, è intervenuta sul punto per rimarcare la loro posizione, ipotizzando anche una mancanza di chiarimento interno al centro sinistra. Affermazioni cui replica lo stesso primo cittadino di Carpi.
Sindaco Righi, la consigliera regionale Arletti parla di una sinistra divisa e di un Pd che non sa cosa vuole in tema di ospedale. È così?
No, è un racconto che non corrisponde alla realtà. La nostra posizione è chiara da tempo: vogliamo una sanità di prossimità, con strutture capaci di rispondere ai bisogni reali delle persone. Per farlo servono entrambi gli ospedali di Carpi e Mirandola, ma occorre superare definitivamente ogni logica di conflitto o competizione. Serve senso di responsabilità verso le comunità che rappresentiamo, e ciò si costruisce lavorando insieme. La sanità non può diventare terreno di propaganda o di contrapposizioni campanilistiche: servono visione, pianificazione e serietà.
C’è chi sostiene che la Regione abbia cambiato idea sul nuovo ospedale di Carpi
In realtà la Regione, attraverso l’Ausl di Modena, sta proseguendo il percorso di analisi e programmazione insieme al Comune. Parlare di “stop” è semplicemente fuorviante. La consigliera Arletti dovrebbe conoscere queste cose, essendo una rappresentante del nostro territorio in Regione. La verità è che non siamo mai stati così vicini a vedere coronato un lavoro durato quindici anni, che non si fa con proclami a mezzo stampa, ma aspettano i fatti. Il confronto tecnico e politico è aperto e in corso, e come sindaci chiediamo che avvenga in modo trasparente e condiviso, coinvolgendo territori e professionisti. È questo il senso della richiesta d’incontro che abbiamo annunciato: costruire insieme, non per slogan ma per responsabilità.
La destra accusa la Regione di tagli e inefficienze, soprattutto nei Pronto soccorso
Chi oggi governa a livello nazionale dovrebbe sapere che la principale emergenza non è la mancanza di idee nelle Regioni, ma la carenza di risorse e di personale medico e infermieristico. È troppo facile scaricare tutto sui territori quando il Servizio Sanitario Nazionale è stato privato di oltre 13 miliardi di euro e gli aumenti promessi coprono solo quanto a mala pena già c’è, senza aggiungere risorse. Noi sindaci siamo ogni giorno in prima linea, nei reparti, nei quartieri, nelle case dei cittadini: sappiamo bene che la rete sanitaria locale regge solo grazie alla passione di chi ci lavora. Ma non può continuare così. Non si può chiedere a medici e infermieri di sostenere carichi e orari insostenibili. Servono investimenti veri e scelte forti a livello nazionale per valorizzare le professioni e programmare il futuro.
In merito ai Cau, cosa ne pensa?
Il Cau di Carpi è un esempio di buona sanità territoriale, la struttura è stata utilizzata in modo crescente e ha contribuito a ridurre la pressione sul Pronto soccorso, offrendo risposte tempestive e appropriate ai cittadini. Detto questo, non basta. Serve ripensare la rete dei medici di base, che oggi vive una fase di forte affanno, e promuovere un uso più appropriato dei servizi di emergenza. Solo rafforzando la medicina di prossimità e la prevenzione potremo garantire una sanità davvero vicina alle persone.
Cosa serve oggi alla sanità carpigiana?
Servono risposte concrete e una visione lunga che parta da una riorganizzazione provinciale: un piano di manutenzione e ammodernamento del Ramazzini in attesa del nuovo ospedale, che abbiamo recentemente condiviso, nuovi spazi per la medicina territoriale, investimenti sulla prevenzione e un impegno straordinario per ridurre i tempi di attesa, che stanno minando la fiducia nel sistema pubblico. Ma, più di tutto, serve la certezza che la sanità pubblica resti universale, gratuita e accessibile a tutti. È su questo che si misura la credibilità della politica.
Un messaggio finale ai cittadini?
Comprendo la preoccupazione dei cittadini che anche la nostra, ma saremo sempre in prima linea per difendere la sanità pubblica con serietà, pretendendo investimenti e programmazione, non slogan o promesse facili. La salute delle persone non è una bandiera di partito: è una questione di civiltà. E continuerò a essere in prima linea per chiedere di più, a tutti i livelli.