Giovani,
Chiesa, Editoriali, Il Settimanale
Pubblicato il Ottobre 22, 2025
Editoriale

Giovani, pace, giustizia: la lezione di don Benzi

Metti un povero nel tuo cuore

A pochi giorni dall’anniversario della sua scomparsa, ricordiamo con gratitudine e speranza la fi gura di don Oreste Benzi, “prete di tutti”, innamorato degli ultimi e fedele alla Chiesa. In un tempo di nuovi impegni, di discernimento e di scelte per i nostri sacerdoti questo “parroco di tutti e instancabile educatore” rappresenta una testimonianza luminosa. A guidarci in questo sguardo, anche alcuni spunti della recente esortazione apostolica Dilexi Te (Ti ho amato) di Papa Leone XIV, che conferma e rilancia la vocazione di una Chiesa in uscita verso i poveri.

di Irene Ciambezi

Don Oreste ha vissuto con concretezza la scelta di una Chiesa che non si chiude in se stessa, ma si apre e si fa prossima a chi vive ai margini. Nato il 7 settembre 1925 a Sant’Andrea in Casale nel riminese in una famiglia modesta, fu ordinato sacerdote nel 1949 e morì il 2 novembre 2007. Da quel momento – in parrocchia, coi giovani a cui faceva da insegnante, tra i poveri – scelse di stare, con la sua tonaca lisa, “dentro” le periferie esistenziali. E ci riusciva senza sosta perché aveva toccato con mano quel “Ti ho amato” che il Signore ripete anche oggi e così ci rende forti per partecipare alla sua opera di liberazione, come strumenti per la diffusione del suo amore» come anche il pontefice ha ricordato all’inizio della nuova Enciclica sull’amore verso i poveri. Tanti di noi che lo hanno incontrato a più riprese, non dimenticano la capacità di don Oreste Benzi di essere impastato di preghiera – a qualunque ora del giorno e della notte lo incontrassi era pronto col rosario in mano – e al tempo stesso appassionato dei poveri. La sua è stata e rimane un’obbedienza creativa, capace di invitare a “ribellarsi” di fronte all’indifferenza e alla staticità dei cristiani ma sempre come un figlio che si impegna in prima persona per rendere più credibile la Chiesa.

Una delle sue frasi più incisive: “Metti Cristo povero dentro di te, metti il Signore nel tuo cuore. Vedrai allora che la tua vita si aprirà a delle cose che prima neppure sognavi» e di conseguenza «Metti un povero nel tuo cuore… e vedrai come vai!”. Vedere costantemente la presenza viva di Gesù nell’oggi si è tradotto in un impegno multiforme: case-famiglia per “dare una famiglia a chi non ce l’ha”, accoglienza dei senza tetto e delle persone sfruttate, battaglie per il diritto alla vita e tante altre sfide. Per questo don Benzi può esser preso ad esempio come modello di instancabile educatore. Conosceva ognuno per nome – davvero non si capisce come ci riuscisse – e in ognuno coglieva quel germe di bene che caratterizza ogni figlio di Dio.

I giovani, la promozione della pace e della giustizia

In un mondo ferito da guerre, migrazioni forzate e tragedie iper-esplorate dai talk show, don Oreste ancora scuote le coscienze per ridare spazio alla vitalità dei giovani. “Il cuore dei giovani non è sclerotizzato – diceva. I sentimenti di amore, di giustizia, di verità, di uguaglianza, di onestà, sono ancora vivi in essi. Hanno forza di ribellarsi contro un’ingiustizia perché la sentono insopportabile. Essi sentono il fascino del Cristo, perché lui non si adatta al compromesso…”. In questa direzione, l’esortazione Dilexi Te sembra riecheggiare quello stesso slancio ripercorrendo le opere di numerosi Santi educatori “dalla nostra fede in Cristo fattosi povero, e sempre vicino ai poveri e agli esclusi, deriva la preoccupazione per lo sviluppo integrale dei più abbandonati della società”. Don Oreste ancora oggi ci sprona: non basta accogliere i poveri come se fossero “di scorta”, ma riconoscerli come volto di Cristo, e lasciare che siano loro i nostri maestri. Si legge nella Dilexi te quanto siano importanti: “la realtà si vede meglio dai margini e i poveri sono soggetti di una specifica intelligenza, indispensabile alla Chiesa e all’umanità”.

Don Oreste aveva uno sguardo speciale per i giovani. Li vedeva come protagonisti della giustizia, della pace, sempre al primo posto nelle battaglie per i diritti delle persone con disabilità, per la pace nelle zone di conflitto, per la libertà delle vittime di tratta etc. Li invitava a sognare in grande, a non accontentarsi. “Un altro essere come voi non ci sarà mai più sulla terra. Non buttate via la vostra vita: fareste un buco nella storia”. E ancora: “Quando tu fai delle tue qualità non un titolo di merito per entrare in una casta ma un titolo di servizio, rivoluzioni il mondo e fai capire che gli uomini sono fratelli”. La passione per la giustizia non era separata dal desiderio dell’infinito, del riconoscimento di Dio in ogni persona. Anche l’esortazione Dilexi Te ci richiama a questo orizzonte: “…non si può amare Dio senza estendere il proprio amore ai poveri”. E ancora: “L’amore per il prossimo rappresenta la prova tangibile dell’autenticità dell’amore per Dio… dove il mondo vede minacce, essa [la Chiesa] vede fi gli; dove si innalzano muri, essa costruisce ponti”. In un tempo in cui la Chiesa è chiamata ad uscire dalla comfort zone, don Oreste Benzi resta per le nostre diocesi un segno luminoso che continua ad invitare tutti – nessuno escluso – ad unire le forze per la pace e costruire una nuova società, al passo con gli esclusi. “Dai ci stai?”, amava ripeterci dopo ogni incontro con un sorriso che contagiava. È un invito che vale ancora: ci stai a costruire la pace? Ci stai a stare accanto agli sfruttati, agli scartati, alle mamme sole, agli indifesi delle nostre società? Ci stai a far fiorire la giustizia e la pace proprio lì dove nessuno ne avrebbe più speranza, aprendo le porte della tua vita?

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di redazione@notiziecarpi.it 
Pubblicato il 22 Ottobre, 2025
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