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Attualità, Carpi, Territorio
Pubblicato il Ottobre 28, 2025

Fondazione Fossoli: solidarietà a Fiano, presidente del Comitato scientifico

"Nessuno spazio per gli intolleranti, da qualsiasi parte provengano: siamo con Emanuele e con i tenaci costruttori di pace, per la libertà di espressione e dialogo"

Manuela Ghizzoni, presidente della Fondazione Fossoli

 

 

Emanuele Fiano è uomo di pace, costruttore di ponti, fautore del dialogo tra israeliani e palestinesi a tutti i livelli. Per tutta la propria vita si è speso, sia come presidente della Comunità ebraica di Milano, che come parlamentare e, successivamente, come presidente del Comitato scientifico della Fondazione Fossoli, per proporre occasioni di incontro e riflessione, riconoscendo il diritto dei palestinesi a uno stato indipendente, condannando senza riserve le politiche del governo israeliano e le azioni dell’esercito nei confronti dei civili a Gaza, così come gli insediamenti illegali dei coloni in Cisgiordania. Quel che ha sempre cercato di fare Fiano è di riflettere e riconoscere l’estrema complessità della situazione in Palestina e Israele, senza appiattirsi su visioni ideologiche e unilaterali, patteggiando acriticamente per un gruppo rispetto all’altro. Quello che Fiano ha sempre rifiutato è di indossare l’elmetto e farsi arruolare in un esercito esente da dubbi e capace soltanto di dividere il mondo in amici e nemici. Per questo a lui va la completa solidarietà del Consiglio di Amministrazione e del Comitato scientifico della Fondazione Fossoli, che esprimono la più viva condanna di quanto avvenuto all’Università di Venezia, dove alcuni attivisti gli hanno impedito di esprimere il proprio pensiero, un fatto inaccettabile che non può trovare giustificazione alcuna”: è con queste parole che Manuela Ghizzoni, presidente della Fondazione Fossoli, interviene sull’accaduto.

 

“Compito delle istituzioni, quali le sedi universitarie e la stessa Fondazione Fossoli, è rifiutare la semplificazione, gli slogan acritici, lo scontro, ma al contrario stimolare il dialogo, favorire l’incontro, costruendo spazi dai quali sia possibile riprendere un confronto che le armi e la morte hanno interrotto. Questo, nel primario interesse delle popolazioni civili, palestinesi e israeliane, che dalla logica dello scontro perenne e privo di alternative non possono che continuare a essere le vittime.

Nessuno spazio per gli intolleranti, da qualsiasi parte provengano, di qualsivoglia causa cerchino di ergersi a paladini: siamo con Emanuele e con i tenaci costruttori di pace, per la libertà di espressione e dialogo.

Così come nessuna ambiguità nei confronti di un antisemitismo più o meno larvato, più o meno strisciante, che non può celarsi dietro l’attivismo a favore dei legittimi diritti del popolo palestinese.

Chiunque cerchi di impedirlo non rende un buon servizio alla causa dei palestinesi, né a quella della libertà”.

 

 

 

 

 

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