Giornata Missionaria Mondiale, la Veglia a San Felice con testimonianze presieduta dal vescovo Erio
Il 23 ottobre si è tenuta la Veglia Missionaria a San Felice, riproposta il giorno successivo a Pavullo
“Missionari di speranza tra le genti”, questo il titolo delle due Veglie Missionarie organizzate in sinergia tra l’Arcidiocesi di Modena-Nonantola e la Diocesi di Carpi che si sono svolte la prima, presieduta dal vescovo Erio Castellucci, il 23 ottobre, presso la chiesa parrocchiale di San Felice sul Panaro, la seconda nella parrocchia di Pavullo, il giorno successivo. Queste due veglie, omologhe, hanno avuto come simbolo distintivo dell’essere “missionari di speranza” una bicicletta posta davanti all’altare. La bicicletta è un mezzo di trasporto che agevola negli spostamenti, permette di raggiungere distanze importanti contenendo la fatica, la velocità e la fretta. Regala la possibilità di ampliare lo sguardo, di fermarsi ogni volta che lo si desidera e di arrivare anche là dove la strada si interrompe. La bicicletta spinge ad uscire di casa, ad allontanarsi dalle zone di comfort per andare incontro agli altri, proprio come fa la speranza in Gesù Cristo.
Le due ruote hanno voluto ricordare l’indignazione e il coraggio che, secondo Sant’Agostino, sono figli della speranza, come ha spiegato, nella videotestimonianza proiettata durante la veglia, Raimundo Vanthuy Neto, vescovo di São Gabriel da Cachoeira nell’Amazzonia brasiliana, che ha incontrato il vescovo Erio insieme alla delegazione del Servizio Missionario Diocesano, nel viaggio compiuto all’inizio di questa estate. “La prima figlia è l’indignazione: nel momento in cui l’uomo è attaccato nella sua vita quotidiana, quando tutta l’opera della creazione è ferita, dentro di noi nasce e ribolle l’indignazione. Il secondo figlio è il coraggio. La speranza non è restare fermi aspettando Dio, ma è Dio che agisce attraverso di noi, uomini e donne che vanno ad aiutare questo mondo ad essere conforme al Suo sogno, alla Sua volontà. Essere missionari di speranza vuol dire essere capaci di indignarsi quando l’essere umano e l’opera della creazione vengono ferite, vuol dire essere capaci di lanciarsi con coraggio in una dinamica creativa per trasformare questa realtà”.
Un’altra significativa testimonianza audio è stata quella di padre Dario, missionario comboniano in Brasile per più di 20 anni, spendendosi al fianco delle comunità che subiscono l’impatto dell’estrattivismo capitalista delle industrie siderurgiche e minerarie sotto forma di inquinamento non regolamentato, espropri forzati, salari indecenti, promesse non mantenute. “E’ stato bello l’incontro con i missionari italiani e tradurre la speranza con il verbo di Paolo Freire ‘esperanzar’ cioè costruire speranza, non solo attenderla, non solo immaginare che ci venga da fuori, ma creare le condizioni perché essa si crei. Quindi dobbiamo trovare occasioni e opportunità, orizzonti che ispirino, rilancino, che entusiasmo di nuovo le comunità a camminare per creare speranza”.
Questa esortazione a “camminare per creare speranza” è stata accolta dai fedeli che hanno mosso i loro passi verso l’altare per ricevere un simbolo a ricordo della veglia: un “coprivalvola”, oggetto necessario per tenere ben gonfie le ruote della bicicletta su cui siamo spronati a scegliere di viaggiare: l’indignazione e il coraggio. Compito nostro è farci testimoni credibili dell’Amore di Dio che vince ogni morte. La veglia, scandita della lettura di stralci tratti dal messaggio di Papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale, è stata arricchita dalle testimonianze di Gloria Guerra e Matteo Orlandi che, insieme al figlio Natan, hanno trascorso due anni in Brasile a Belo Horizonte, con i missionari comboniani. Nella celebrazione di San Felice è inoltre intervenuto il vescovo Erio.
Il video integrale della Veglia Missionaria a San Felice sul canale youtube Unità Pastorale Rivara – S. Biagio S. Felice.






