Libri. Storia dell’amicizia tra Quirino Bezzi e Odoardo Focherini
Nel volume presentato a Ossana si parla della collaborazione con il Beato carpigiano per l’Avvenire e per la Chiesetta sul Vioz
Da sinistra Marcello Liboni, Maria Peri, Udalrico Fantelli di fianco al ritratto di Quirino Bezzi
Luigi Lamma
Una storia di amicizia favorita dalle comuni origine solandre che si è poi consolidata con la passione per la montagna e per il giornalismo. E’ la storia che ha visto incrociarsi la vita del beato Odoardo Focherini con quella di Quirino Bezzi (1914-1989), personalità di rilievo della Val di Sole, storico e giornalista di elevato spessore culturale. Sabato 1° novembre nel teatro di Fucine di Ossana è stato presentato il volume “E come patria una valle: vita e opere di Quirino Bezzi”, scritto dallo storico Udalrico Fantelli, con diverse testimonianze, tra cui quella di Maria Peri, nipote di Focherini. Come hanno attestato le ricerche del Fantelli l’incontro che più segnò la vita di Bezzi fu proprio quello con Odoardo Focherini, la cui famiglia era oriunda della Valle di Sole. In una delle sue numerose escursioni tra i monti della Val di Peio, nel 1939 avvenne uno degli incontri decisivi tra Bezzi e Focherini, a cui ne seguirono tanti altri sia per l’inizio della collaborazione del giovane trentino con l’Avvenire come corrispondente sia per l’avvio di un progetto, per l’epoca visionario, destinato a rimanere nella storia della montagna: l’ideazione e la costruzione della “Chiesetta al Vioz”, la più alta d’Europa realizzata in muratura.
Di questi legami profondi tra Focherini e Bezzi e con tutto il territorio delle Valli di Sole e di Peio il volume fornisce dettagli e documenti poi approfonditi nell’intervento di Maria Peri, documentando la corrispondenza tra i due e tutti i passaggi che portarono alla benedizione della prima pietra della chiesetta (1942) da parte del Principe Vescovo di Trento mons. Carlo de Ferrari, già vescovo di Carpi. Purtroppo le vicende belliche e, quelle più drammatiche che portarono al martirio di Focherini, ritardarono l’esecuzione del progetto e l’avvio dei lavori, ma resero ancora più forti le motivazioni per portare a termine l’opera. La chiesetta venne inaugurata nell’agosto del 1948, alla presenza dei figli di Focherini Olga, Lena e Rodolfo che salirono in cima al Vioz insieme a tutto il comitato promotore. La chiesetta sul Vioz fu intitolata alle vittime di tutte le guerre, sulle pareti esterne ci sono le targhe che ricordano Focherini e altri protagonisti dell’iniziativa. A dimostrazione dell’intensità del rapporto di stima e di amicizia tra Bezzi e Focherini ci sono le espressioni di vicinanza alla moglie Maria Marchesi una volta appresa la notizia della morte e soprattutto la tempestiva iniziativa della comunità trentina di collocare sulla casa natale dei Focherini a Celentino una targa a ricordo del martirio nel primo anniversario della morte nel dicembre 1945. Forse, in assoluto, il primo attestato pubblico alla memoria del sacrificio di Odoardo Focherini. Nel 1974, con un atto sottoscritto dal gruppo dei promotori ancora viventi e il Parroco dell’epoca, la chiesetta venne consegnata alla cura della parrocchia di Peio.
Nel cinquantesimo dell’inaugurazione, 1998, la Sezione di Peio del CAI-SAT diede alle stampe un volumetto con la storia della “Chiesetta del Vioz”. Ora i segni del tempo e dei cambiamenti climatici che interessano le cime dei monti e i ghiacciai si fanno sentire ma questa opera resta comunque il segno di una storia straordinaria resa possibile dalla fede, dai legami di amicizia, dalla fedeltà alle proprie radici che ha unito Odoardo Focherini, Quirino Bezzi, sacerdoti e personalità capaci poi di coinvolgere in questa impresa un’intera comunità. Un pomeriggio intenso, a tratti commovente, coordinato da Marcello Liboni, direttore del Centro Studi Val di Sole, con la lettura della testimonianza di Chiara Bezzi figlia di Quirino, i contributi di Piergiorgio Bezzi, già presidente della Sezione SAT Alta Val di Sole fondata da Bezzi, e di Adriano Dalpez, direttore del Coro Sasso Rosso che ebbe Bezzi come primo presidente. Coro che si è fatto poi apprezzare da tutti i presenti con una applaudita esecuzione di una selezione di canti di montagna.




