Politica,
Attualità, Il Settimanale, Modena
Pubblicato il Novembre 6, 2025

Politica, a Modena una mostra sulla storia della DC

Una democrazia “protetta”

di Pietro Paulo Spigato

Un percorso lungo cento metri per attraversare oltre mezzo secolo di storia italiana. Si tratta della mostra “DC. Storia di un Paese”, inaugurata il 31 ottobre scorso a Palazzo Europa di Modena e visitabile fino al 9 novembre, che racconta per immagini, documenti e testimonianze la storia della Democrazia Cristiana, partito che ha segnato profondamente la vita politica, sociale e culturale dell’Italia repubblicana. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Sias (Servizi iniziative e attività sociali) con il Comitato nazionale per l’80° anniversario della nascita della DC, propone un vero e proprio viaggio iconografico attraverso le tappe fondamentali del partito, dalla formazione al periodo di massimo splendore, fino alla crisi e allo scioglimento.

Un racconto che, come ha ricordato il presidente della Fondazione Gaetano De Vinco, “non vuole celebrare ma comprendere”, offrendo al pubblico la possibilità di riflettere sull’impatto del cattolicesimo democratico sugli equilibri politici del Paese. Il debutto della mostra ha visto l’intervento del sindaco di Modena Massimo Mezzetti e del presidente della Fondazione Gorrieri Paolo Pombeni, oltre che un’introduzione a cura di Gaetano De Vinco, presidente della Fondazione Sias. Nel suo discorso, De Vinco ha voluto sottolineare la distinzione tra memoria e storia, ricordando come la prima appartenga alla sfera personale e collettiva, mentre la seconda debba mantenere una dimensione pubblica e critica, capace di illuminare il presente. Il presidente della Fondazione Sias ha voluto anche ricordare il ruolo della DC modenese, autentico laboratorio di idee e impegno sociale, con esponenti di spicco, come Ermanno Gorrieri, Luigi Paganelli, Dario Mengozzi, Giuseppe Medici e Franco Bortolani, il cui eco del loro lavoro è ancora vivissimo e di estrema attualità. Si è concentrato sulla costruzione storica della DC anche l’intervento del giornalista ed ex deputato Gianfranco Astori, che ha proposto una riflessione ampia sull’argomento, con una lectio dal titolo “Il partito nuovo. La DC di De Gasperi”.

Nella sua indagine sulle radici e sull’evoluzione della Democrazia Cristiana, Astori ha sottolineato la nascita in discontinuità della DC con il Partito Popolare di Luigi Sturzo, nonostante fosse erede della sua visione morale e civile. “La DC – ha spiegato – non nasce solo per rappresentare il mondo cattolico, ma per guidare il Paese”. Un salto di qualità che, secondo Astori, segnò il passaggio del partito ad una forza politica capace di costruire e difendere la democrazia, anche di fronte ai rischi autoritari del dopoguerra. Tutto questo abbinato alla figura fondamentale di De Gasperi, leader cruciale nei passaggi più significativi della prima DC. Per Astori il segretario di Pieve Tesino è stato un “uomo nuovo”, politico europeo ante litteram, capace di coniugare fede e ragione di Stato, libertà e ordine democratico.

“La sua idea di democrazia protetta – ha ricordato – non era autoritarismo, ma difesa delle istituzioni repubblicane”. Nelle conclusioni, Astori ha sottolineato come la parabola della DC, durata quasi cinquant’anni, non possa essere letta solo come esperienza politica, ma come capitolo morale della storia del Paese. Citando le parole di Luigi Sturzo, ha ricordato che “la Democrazia Cristiana scriverà la sua pagina nella storia d’Italia se avrà vinto la battaglia morale. Se perde quella battaglia, perde sé stessa”. L’incontro d’inaugurazione della mostra non ha tradito le attese, e ha regalato ai presenti un rinnovato ritratto dell’impatto della DC sulla storia italiana, un momento utile per poter osservare i contenuti dell’esposizione fotografica da una prospettiva ancora più consapevole.

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