Domenica 9 novembre, festa dei “santi locali”
Si celebra il 9 novembre la giornata voluta da Papa Francesco per fare memoria dei “santi locali”. Inizia la rubrica dedicata alla riscoperta di questi testimoni del nostro territorio
di Andrea Beltrami
Romano Pelloni, ritratto di Gemma Maria Gabardi Brocchi
Il 9 novembre è la giornata scelta da Papa Francesco per fare memoria delle figure della fede che hanno caratterizzato la spiritualità locale; una “santità feriale” ossia uomini e donne testimoni delle virtù cristiane, della fede unitamente alla speranza e alla carità. Cogliendo questa felice opportunità di ricordare quei nostri personaggi che hanno vissuto santamente al servizio del prossimo, dedicheremo una sezione mensile tentando di tracciare un profilo dei santi, beati, servi di Dio, venerabili ufficiali ma anche di tutti coloro che si sono distinti per doti spirituali e carismatiche al punto da essere considerati “beati” dalla gente. Sarà un modo per collocare ogni figura nel suo contesto e nel suo spazio consentendo, così, di riportare in luce nomi e figure a molti sconosciute o cadute nell’oblio a causa del tempo trascorso. Incominciamo, quindi, con il mese appena iniziato, novembre, che si apre con la festa di tutti i Santi.
Nel “menologio” francescano (il libro che contiene le vite dei santi ordinate per giorni e mesi) sappiamo di tre Servi di Dio ricordati in novembre: Giuseppe Picioli di Carpi, sacerdote di integerrimi costumi e di grande preghiera. Ha dedicato la propria vita a servizio del prossimo, in particolare delle persone ammalate e sofferenti; si spegne nel 1803 in concetto di santità popolare. Sempre carpigiano era pure Bonaventura Severe, anch’esso presbitero, morto nel 1624. Di lui non abbiamo notizie se non quella che era venerato dal popolo per la sua spiritualità e carità. Il terzo è Angelo Maria Besutti, di Mirandola, sacerdote e dottore, “risplendente” per scienza, pietà e scritti di devozione e preghiera. Muore nel 1781 lasciando fama di persona dotta e vicina alla gente, carismatica e incline alla preghiera tanto meritare il compianto comune. Ai precedenti aggiungiamo la figura di don Felice Zeneroli, nato a Mirandola il 14 gennaio 1828, figura di sacerdote colto e ricordato per la spiccata dote di educatore e formatore. Riportiamo l’elogio che il “Diritto Cattolico” ne tesse in occasione della morte, avvenuta il 20 novembre 1889: “non ci rimane che ricordare la preziosa eredità di sue preclarissime virtù, ed anzitutto la sua carità verso i poveri, cui nelle ristrettezze dei mezzi non mancò mai di soccorrere. Il magnanimo disinteresse in tutto il corso della vita […] l’umiltà che lo fece rifuggire da qualsivoglia onorificenza, la fermezza dell’animo nelle svariatissime vicende dei tempi, mantenne sempre incrollabile lo spirito della più viva fede”. Un altro esempio, interessante e meritevole di approfondimento è la figura di Gemma Maria Gabardi Brocchi, nata a Padova il 22 marzo 1872 da Antonio Brocchi di Carpi e da Silea Pio di Savoia, la piccola frequentava la casa carpigiana delle zie Gabardi Rossi, in particolare era legata alla zia Isabella, donna del Risorgimento, poetessa stimata dal Giusti e dal Tommaseo, autrice di opere tra cui un libretto spirituale dal titolo “l’eco dell’anima”.
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