Aperto lo stato d’agitazione per i 500 dipendenti della Gambro-Vantive, azienda simbolo del distretto biomedicale
Appello a proprietà e istituzioni
di Maria Silvia Cabri
Ci sono ombre sul futuro di Vantive – Gambro Dasco, ex Baxter, azienda simbolo del Distretto biomedicale, situata tra Medolla e Mirandola. Nei giorni scorsi, infatti, i dirigenti sindacali di Filctem Cgil Modena, Femca Cisl Emilia Centrale e Uiltec e i rappresentanti sindacali unitari hanno manifestato forti preoccupazioni, dando voce a quello che i lavoratori e le lavoratrici lamentavano da tempo, e annunciato l’apertura dell’attuale stato d’agitazione per i 500 dipendenti. C’è il timore di non vedere un piano industriale che possa rilanciare l’azienda, che da ormai un anno e mezzo ricorre a contratti di solidarietà. Nata nel 1962 col nome di Dasco, poi diventata Gambro nel 1987 e Baxter nel 2012, oggi questa realtà produttiva appartiene al colosso americano Vantive, detenuto dal fondo Carlyle.
La posizione dei sindacati
“Da mesi aspettiamo risposte – spiegano i sindacati – . Vogliamo un piano industriale che dia garanzie sul futuro di Vantive. Sono calate le vendite delle macchine dedicate alle terapie renali croniche, la produzione principale che garantiva i volumi più importanti del sito, e Vantive non ha ancora indicato di cosa si occuperanno nel medio periodo gli oltre 500 dipendenti dello stabilimento di Medolla. Questo stato di incertezza, che non vede attualmente alternative all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, è ormai diventato inaccettabile”. Ad alimentare i timori di difficoltà dell’azienda, è il fatto che da oltre tredici mesi, su diciassette, la Gambro-Vantive è ricorsa al contratto di solidarietà come unico strumento per salvaguardare l’occupazione, ma “serve un progetto di rilancio produttivo. L’obiettivo della mobilitazione – affermano all’unisono i sindacati – è portare Vantive al tavolo, per un confronto serio e costruttivo”.




